Dettaglio Post

Vita associativa 25 settembre 2018

Dai 5 Stelle nuove minacce ai giornalisti, Fnsi: «Ritorsioni e liste di proscrizione non fermeranno la stampa»

 

«Stiano tranquilli, i neoprofeti del pensiero unico a 5 Stelle. Non saranno i provvedimenti di natura ritorsiva annunciati contro un’intera categoria di professionisti e neppure le liste di proscrizione ai danni di colleghi che vogliono continuare a fare il loro lavoro a cancellare la libertà di stampa in Italia». Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, rispondo così alle esternazioni giunte dopo l’annuncio dell’Odg Lombardia di aver avviato l’iter per la trasmissione al Consiglio di disciplina territoriale del file audio registrato dal portavoce del presidente del Consiglio, Rocco Casalino.

«Gli attivisti del Movimento – proseguono – devono farsene una ragione: non sono loro a stabilire che cosa è vero e che cosa è falso, in base alle loro convenienze. I giornalisti devono pubblicare tutte le notizie, soprattutto quelle sgradite a chi governa, chiunque sia, perché in democrazia la funzione della stampa è quella di denunciare gli abusi di potere. Nessun dubbio che quello di Rocco Casalino sia stato un abuso di potere che era giusto denunciare perché Casalino non è un passante, ma il portavoce del premier. Altro che ridicole lezioni di deontologia e richiami impropri alla Costituzione da parte di chi, anche per poco edificanti vicende personali, dovrebbe soltanto tacere».

«Quanto all’Ordine dei giornalisti – concludono i vertici della FNSI – una sola domanda: se non serve a niente perché Luigi Di Maio continua a esservi iscritto? Per avere un tesserino da esibire? Piuttosto, spiace dover constare che i propositi di regolare i conflitti di interessi, impedire l’occupazione della Rai e contrastare le ‘querele bavaglio’ e il lavoro precario siano stati rinviati a data da destinarsi».

Giornalisti, Verna: «Giusta la verifica su Casalino. No a minacce»
Un conto sono le questioni deontologiche, altro conto è invece mettere in relazione la vicenda Casalino, ovvero la verifica da parte dell’Ordine dei giornalisti della correttezza professionale nelle affermazioni del portavoce del presidente del Consiglio, e «le minacce da manganello elettronico sul blog del Movimento 5 stelle in cui si parla spudoratamente di rilanciare l’idea di abolizione (dell’ordine, ndr) proprio a seguito di questa iniziativa». Lo dichiara in una Carlo Verna, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, dopo quanto affermato oggi sul blog di M5s dove si dice che «è già sul tavolo del governo» il provvedimento di abolizione dell’Ordine professionale.
Verna sottolinea in primo luogo che le questioni deontologiche «sono cruciali, nessuno pensi che nel valutarle ci possa essere un atteggiamento di parte», e precisa quindi che la segnalazione fatta dall’Ordine della Lombardia al Consiglio di disciplina territoriale concernente la condotta tenuta da Rocco Casalino – e a cui si riferisce il blog M5s – «non è in alcun modo una sanzione, ma semplicemente una richiesta di verifica di correttezza deontologica, che può essere peraltro proposta da qualunque cittadino».
Si tratta di «un episodio particolare e controverso, senza precedenti anche per l’implicazione tecnologica sulla fiduciarietà della fonte, sul quale è giusto fare chiarezza. In tal senso – prosegue Verna – per consentire che ciò avvenga a 360 gradi il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti sta provvedendo a verificare se vi sia da segnalare al competente Consiglio di disciplina territoriale chi sia venuto eventualmente meno al vincolo fiduciario qualora nel caso specifico sussistente». Il presidente dell’Ordine dei giornalisti rileva poi: «Credo che l’Italia democratica debba reagire alla sola idea che si possa governare procedendo di vendetta in vendetta. I giornalisti italiani non si faranno intimidire». E aggiunge all’Agi: «Non ci staremo mai all’idea che la nostra esistenza professionale debba essere legata al dire o non dire la verità, a riferire o meno i fatti. Non sarà certamente la minaccia di vendetta a intimidirci». (Agi – Roma, 25 settembre 2018)

iscriviti alla newsletter