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Vita associativa 7 febbraio 2017

Duecento ragazzi per l’incontro sul linguaggio dell’odio

Sabrine Aouni autrice del libro “Mi chiamo Sabrine. Un’italiana di seconda generazione”

Parole per abbattere i muri: il sindacato dei giornalisti incontra gli studenti del Secondigliano libro festival. Il titolo dell’iniziativa promossa a Napoli era questo, una maniera per illuminare le periferie.  Una mattina di confronto all’istituto comprensivo Sauro-Errico-Pascoli in una zona ad alto rischio criminalità della città partenopea per mettere al centro diverse esperienze e il linguaggio del rispetto, il no hate speech, le regole definite dai giornalisti nella Carta di Roma, e la realtà da affrontare e raccontare fatta anche di intolleranza, violenze, delinquenza, bullismo. Vivace la platea composta da quasi 200 alunni di terza media e dai redattori del giornalino on line “Caro” di una vicina scuola la Berlingieri- Tito Lucrezio Caro. La risposta dei ragazzi è stata eccezionale con tantissime domande ai relatori e un tifo da stadio per Sabrine Aouni autrice del libro “Mi chiamo Sabrine. Un’italiana di seconda generazione”, edito da Radici future, che ha raccontato la sua vita di figlia di immigrati.

Il Self ( Secondigliano libro festival ) presieduto dal giornalista Salvatore Testa ha come obiettivo promuovere la lettura e affinare i livelli culturali dei giovani della periferia nord di Napoli. E’ opportuno ricordare che quando furono erette le cosiddette Vele in quella che oggi si chiama Scampia, il quartiere era denominato comunemente la 167 di Secondigliano. Diffondere la lettura di libri fra i giovani in quell’area dove Saviano ambienta Gomorra è cosa buona e giusta.

Il sindacato unitario giornalisti della Campania, il Sugc, ha delegato al progetto Self Laura Viggiano che ha anche moderato l’incontro introdotto dal dirigente scolastico Piero De Luca e al quale hanno partecipato anche il  presidente del SeLF, Salvatore Testa, il segretario del SUGC, Claudio Silvestri; l’assessore  Annamaria Palmieri e per  per l’Associazione Carta di Roma, Giuseppe Manzo, che ha illustrato in maniera ampia e con esempi concreti come anche i giornali possano diffondere il linguaggio dell’odio.

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