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Vita associativa 9 novembre 2017

Minacce e aggressioni ai giornalisti, mercoledì 15 novembre il ministro Minniti in Fnsi

 

All’incontro, insieme con il segretario generale e il presidente della Federazione della Stampa, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e con il responsabile per la legalità del sindacato dei giornalisti, Michele Albanese, saranno presenti i cronisti sotto scorta.

Accogliendo l’appello della Federazione nazionale della stampa italiana, mercoledì 15 novembre, alle 10.30, il ministro dell’Interno Marco Minniti sarà nella sede della Fnsi, in corso Vittorio Emanuele II, 349 a Roma.
All’incontro, insieme con il segretario generale e il presidente della Federazione della Stampa, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e con il responsabile per la legalità del sindacato dei giornalisti, Michele Albanese, saranno presenti i cronisti sotto scorta.
Sarà anche l’occasione per ribadire la necessità di adottare misure concrete e urgenti a sostegno dei giornalisti minacciati, del diritto di cronaca e del diritto dei cittadini ad essere informati su mafia, malaffare e corruzione.

 

Troupe di ‘Nemo’ aggredita a Ostia, Fnsi e Usigrai al fianco dei colleghi.

«Istituzioni e forze dell’ordine garantiscano ai giornalisti di poter lavorare in tranquillità nell’interesse dei cittadini ad essere informati. Ai colleghi diciamo grazie per il loro impegno. Siamo e saremo con loro in qualsiasi iniziativa, anche giudiziaria, vorranno intraprendere», commenta il sindacato. Solidarietà anche da Associazione Stampa Romana e Unci.
Un fotogramma del video dell’aggressione
Federazione nazionale della stampa italiana e Usigrai esprimono solidarietà e vicinanza al giornalista Daniele Piervincenzi e al film-maker Edoardo Anselmi, della trasmissione di Rai2 “Nemo Nessuno Escluso”, per la violenta aggressione subita a Ostia da Roberto Spada.
«Ostia non è e non può essere “terra di nessuno”. Anche lì istituzioni e forze dell’ordine devono garantire ai giornalisti di poter lavorare in tranquillità nell’interesse dei cittadini ad essere informati. Ai colleghi diciamo grazie per il loro impegno al servizio del diritto-dovere di cronaca e chiediamo di continuare a illuminare con il loro lavoro tutte quelle periferie dove si annidano violenza e malaffare. Ancora una volta, inoltre, vittima di aggressione sono cronisti senza contratto di lavoro giornalistico. La Rai deve risolvere con urgenza questa criticità, anche per garantire maggiore protezione», commentano Fnsi e Usigrai.
I fatti risalgono a martedì, 7 novembre. La troupe doveva realizzare un servizio sul voto nel X Municipio. Come riferito anche da una nota dell’azienda, e come si vede nel video diffuso dalla rete sui social network, Piervincenzi è andato davanti alla palestra gestita da Spada il quale, dopo aver risposto a diverse domande, improvvisamente gli ha dato una testata. L’ha quindi rincorso, continuando a picchiarlo, per poi dirigersi verso il film-maker sferrando calci e pugni.
«Come con Federica Angeli, già oggetto delle attenzioni della stessa famiglia, e con tutti i giornalisti che ovunque lottano contro mafie e criminalità, siamo e saremo al fianco dei colleghi in qualsiasi iniziativa, anche giudiziaria, vorranno intraprendere», incalza il sindacato dei giornalisti.
Dopo l’aggressione, Piervincenzi si è recato in ospedale dove i medici gli hanno riscontrato la frattura del setto nasale. La prognosi è di 30 giorni. Il servizio che mostra l’aggressione andrà in onda domani a ‘Nemo Nessuno escluso’ su Rai2 alle 21,20.
Pappagallo (Stampa Romana): «Le aggressioni ai giornalisti sono una questione di ordine pubblico»
Le aggressioni ai giornalisti sono una questione di ordine pubblico e di limitazione della libertà democratica di espressione. Lo abbiamo detto da mesi ai prefetti del Lazio, ponendo con forza la questione. A volte siamo stati ascoltati, a volte no.
La testata e il pestaggio compiuto da Roberto Spada, fratello di Carmine, condannato a 10 anni per estorsione con l’aggravante del metodo mafioso per le sue attività ad Ostia, ai danni del collega Daniele Piervincenzi e dell’operatore Sergio Anselmi, inviati di Nemo trasmissione di punta di Rai due, ne sono la conferma più lampante e clamorosa.
Ci sono per alcune persone santuari che devono restare inaccessibili alle domande dei colleghi. E il lucchetto scatta in modo inesorabile con le buone e soprattutto con le cattive, con linciaggio che prosegue sui social.
Ai colleghi va la solidarietà di Stampa Romana, del sindacato dei giornalisti del Lazio. La solidarietà tuttavia non può bastare. Resta tutto aperto e irrisolto il tema delle pressioni. Il Lazio continua a essere maglia nera da cinque anni per minacce e aggressioni ai giornalisti ed evidentemente la sensazione di impunità incentiva questi comportamenti.
Sono necessari interventi immediati delle forze dell’ordine. Le lesioni e le lesioni gravi rappresentano un reato documentato dalle riprese televisive che non può restare impunito.
Lazzaro Pappagallo, segretario Asr
Galimberti (Unci): «Le minacce ai giornalisti sono ormai una piaga gravissima. Ma governo e Parlamento non hanno ancora deciso di intervenire» 
I gravissimi fatti di Ostia – con l’aggressione violenta al giornalista Daniele Piervincenzi e al film-maker Edoardo Anselmi, della trasmissione di Rai2 Nemo, da parte di Roberto Spada della nota famiglia locale – impongono una riflessione definitiva sull’emergenza informazione in Italia. Da anni l’Unci invoca una presa di posizione del Parlamento e del Governo sull’insufficienza delle norme a tutela dell’integrità fisica, e prima ancora morale, dei cronisti impegnati a fare informazione seria e indipendente. Le minacce ai giornalisti sono ormai una piaga gravissima, agevolata dalla mancata deterrenza della legge che non consente l’unico intervento adeguato, ossia l’arresto in flagranza del reo. Che l’aggressione sia fisica, come oggi, o virtuale via Facebook – come accaduto ad opera della stessa famiglia, 3 anni fa, ai danni di Federica Angeli – la risposta della società civile  e dello Stato non può che essere adeguata ed efficace, sia nei tempi sia nella forza. Il Governo e il Parlamento, invece, non hanno ancora deciso di intervenire sul punto nonostante le reiterate riforme e mini-riforme del sistema penale di questi ultimi anni. Ora la degenerazione degli eventi impone una scelta di campo non più rinviabile. Ma nei fatti di Ostia di oggi c’è un altro aspetto inquietante, e da tempo denunciato dall’Unci e dagli enti della categoria. La progressiva proletarizzazione del lavoro giornalistico spinge al fronte del rischio massimo i colleghi non contrattualizzati, anche nelle aziende più strutturate e addirittura di Stato, come è il caso odierno della Rai. Su questo tema non è possibile restare spettatori passivi e limitarsi a prendere atto di un’ineluttabilità davvero inconcepibile e oltremodo ingiusta.
Alessandro Galimberti, presidente Unci

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