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Vita associativa 17 marzo 2016

Il ministero cerca un giornalista “a titolo gratuito” Lorusso, Giulietti e Motta: «Quel bando va ritirato»

«Inaccettabile, oltre che offensiva». Così il sindacato dei giornalisti commenta la selezione pubblica indetta dal ministero dell’Interno per reclutare un giornalista professionista che lavori per un anno a titolo gratuito.
«Quel bando va immediatamente ritirato», osservano il segretario generale, Raffaele Lorusso, il presidente, Giuseppe Giulietti, e il presidente della Commissione lavoro autonomo della Fnsi, Mattia Motta.
«È inconcepibile pretendere una “complessa attività professionale” ad “alto contenuto specialistico”, da affidare ad un giornalista professionista con certificata esperienza pluriennale, ma a titolo gratuito», proseguono i rappresentanti della Fnsi.
Senza contare l’assurdità di definire “occasionale” un incarico della durata di un anno e l’inammissibile esclusione dalla selezione degli iscritti nell’elenco dei giornalisti pubblicisti, in chiara violazione della legge 150 del 2000.
«L’attività giornalistica, al pari di tutte le altre attività professionali – chiosano Lorusso, Giulietti e Motta –, non può mai essere a titolo gratuito. Il bando pubblicato dal ministero dell’Interno offende il decoro della professione giornalistica e la dignità di migliaia di giornalisti che aspirano ad una occupazione stabile e ad una retribuzione adeguata. Per queste ragioni è auspicabile che venga immediatamente ritirato».

Giornalisti: Lavagno (pd), interrogazione su bando lavoro gratuito a Viminale
“Ho rivolto al governo un’interrogazione sulla vicenda, condividendo l’opinione della Fnsi”. Lo ha detto Fabio Lavagno, deputato del Pd, in merito “a quanto previsto da un bando del ministero dell’Interno per ricercare, per dodici mesi, un giornalista professionista nel campo della comunicazione sull’immigrazione a titolo gratuito”.
“L’incarico, secondo il bando, – ricorda Lavagno – dovrà essere svolto a titolo assolutamente gratuito con il rimborso solo delle eventuali spese di viaggio, di soggiorno e di vitto sostenute, se l’addetto non risiede nel comune di Roma”.
Lavagno ricorda come “la Federazione Nazionale della Stampa ha definito inaccettabile ed offensiva questa procedura che lede la dignità professionale dei giornalisti richiedendo la revoca del bando”. (AdnKronos – Roma, 17 marzo 2016)

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