Rai 4 marzo 2022
«L’assemblea dei Comitati di redazione della Tgr Rai, riunita in videoconferenza lunedì 28 febbraio, ha dato mandato all’Esecutivo e al Coordinamento dei Cdr della Tgr di proclamare lo sciopero audio-video per la situazione in cui versa la testata». Lo annunciano, in una nota congiunta, Esecutivo Usigrai e Coordinamento dei Cdr della Tgr.
«Un piano editoriale del direttore (di appena 9 pagine) bocciato due volte dalle redazioni a larghissima maggioranza – con un incremento dei voti contrari nella seconda tornata –, i vicedirettori in proroga e senza le determine di nomina da parte dell’azienda (caso unico tra le testate Rai e frutto delle pressioni politiche), i mancati scorrimenti della graduatoria dei vincitori del concorso del 2020 che stanno causando, da una parte vuoti d’organico nelle redazioni (situazione che si aggraverà nelle prossime settimane con gli esodi incentivati) e dall’altra il blocco dei trasferimenti di colleghe e colleghi che attendono da tempo», evidenziano i rappresentanti sindacali.
«A tutto questo – incalzano – si aggiunge una grave carenza di risorse per la Testata giornalista regionale, cardine e valore aggiunto del servizio pubblico: a fronte del pensionamento degli ultimi telecineoperatori non vi è stato alcun aumento del budget per le troupe in appalto. Una situazione che si acuisce in quei Centri di Produzione e in quelle Sedi Regionali nelle quali non vi è un apporto dei tecnici di produzione interni per troupe con zainetto per le dirette. Una situazione inaccettabile per la più grande testata giornalistica del servizio pubblico, priva di un piano strategico e di rilancio».
Ma al tempo stesso, «i Cdr e l’Usigrai ritengono con senso di responsabilità e di attaccamento al ruolo del servizio pubblico, vista la situazione internazionale e l’aggressione militare all’Ucraina, di procrastinare la proclamazione dello sciopero e nel contempo ringraziare le colleghe e i colleghi impegnati sui vari fronti di crisi a raccontare il dramma della guerra. Nonostante questo rinvio – concludono i rappresentanti dei giornalisti – l’azione sindacale non si ferma e nemmeno e la mobilitazione delle redazioni».