Casagit 19 giugno 2024
Tensione, senso di logoramento, ritmi frenetici, squilibrio tra lavoro e vita privata. Ma anche disagio e malessere legati agli orari prolungati e alla sedentarietà tipica delle attività alla scrivania e al pc. A fare il punto sulle principali preoccupazioni che caratterizzano la vita da giornalista in redazione è ‘Breaking news’, indagine promossa dall’Osservatorio salute e sicurezza sul lavoro di Casagit Salute, curata da Andrea Artizzu, Giorgio Pacifici e Tiziana Sapienza, i cui risultati sono stati presentati mercoledì 19 giugno 2024 all’Assemblea dei rappresentanti dei soci.
Lo studio rientra nell’ambito del protocollo di collaborazione tra Casagit Salute e Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (Cnop), che ha analizzato i dati raccolti assieme a ricercatori dell’Università di Bologna.
Ampia la partecipazione all’indagine: dopo i focus group e le interviste, sono stati compilati dai giornalisti 1.910 questionari. L’età media del campione è 50 anni, circa un terzo tra 55 e 65 anni. La maggior parte ha un contratto a tempo indeterminato (87%), il monte ore medio si attesta sulle 45 ore, ma ben il 35% dichiara di lavorare tra le 50 e le 60 ore alla settimana.
La percezione di stress influenza nettamente la soddisfazione lavorativa. Le principali manifestazioni di disagio emerse sono legate a forme di sovraccarico cognitivo, causate da uno squilibrio tra le risorse disponibili e le crescenti richieste nei ritmi di lavoro. Tensione e senso di logoramento sono presenti nel 65% dei casi, il 61% si sente oberato di compiti e attività. Tutti aspetti associati a cambiamenti organizzativi che si concretizzano spesso in riduzioni di organico, con conseguente aumento dell’impegno sul posto di lavoro. Più della metà dei giornalisti (57%) riferisce difficoltà nel gestire in modo adeguato il rapporto tra il tempo dedicato alla professione e il restante “spazio di vita”.
«La società e la professione sono in continuo cambiamento. Crediamo che questo studio possa dare un contributo significativo e offrire uno spunto di riflessione utile anche alla Fnsi, per riflettere sulla condizione e lo stato di salute dei giornalisti», ha detto Andrea Artizzu, coordinatore dell’Osservatorio salute e sicurezza sul lavoro di Casagit Salute.
«Non abbiamo applicato ricette preconfezionate ma siamo partiti dalla realtà della categoria giornalistica, per offrire una rappresentazione completa delle dimensioni problematiche più spesso associate allo stress. Tra gli elementi protettivi emersi: la possibilità di “lavorare bene”, la rete di sostegno familiare, il supporto dei colleghi. Un clima lavorativo favorevole, la qualità dei contenuti e il riconoscimento del lavoro svolto sono quindi tutti elementi in grado di aumentare il livello di soddisfazione e benessere», ha spiegato Sergio Sangiorgi consulente scientifico per la ricerca. Pietro Bussotti del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, ha aggiunto: «Questi dati possono essere la base per orientare successive iniziative di modifica dell’assetto organizzativo e sostenere ambienti di lavoro più sani, capaci davvero di promuovere la salute».
Gianfranco Giuliani, presidente di Casagit Salute, ha sottolineato: «Oltre a ottenere una fotografia scientificamente validata su scala nazionale, lo studio offre indicazioni utili per elaborare suggerimenti e proposte di prevenzione, da attuare in collaborazione con la categoria e le parti sociali. Vogliamo creare uno spazio di lavoro comune, per una strategia di promozione della salute e del benessere mentale più efficace e ampia possibile, rivolta alla categoria nel suo complesso. Rientrano in questo perimetro d’azione la collaborazione al progetto sui giornalisti freelance ideato dalla collega Alice Facchini ‘#ComeTiSenti: giornalisti mai più senza rete’, la convenzione sottoscritta nel 2022 con il Cnop (che prevede una scontistica per le prestazioni psicologiche), e il raddoppio del sostegno psicologico per chi lavora da inviato nei teatri di guerra».