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Vertenze 8 luglio 2025

Rapporto sullo Stato di diritto 2025, Costante: «Per l’informazione quadro sempre più preoccupante»

«Passano gli anni, ma la situazione dell’informazione in Italia non migliora, come evidenzia anche il Rapporto sullo Stato di diritto 2025 della Ue. Sono evidenti i segnali di un Paese che, quanto a diritti, arranca». Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, commenta così i dati che emergono dal Rapporto presentato martedì 8 luglio 2025 a Bruxelles dalla Commissione europea.

«A poco più di un mese dall’entrata in vigore del Media Freedom Act – rileva Costante – in Italia non si sa ancora cosa vogliano fare governo e Parlamento. I giornalisti sono minacciati, e questo non cambia rispetto al 2024, ma la novità è che sono anche spiati con spyware militari: tant’è vero che il caso Paragon è finito dritto dritto nel report».

Ancora, «il ricorso alle querele bavaglio per intimidire il giornalismo di inchiesta – aggiunge la segretaria generale Fnsi – non è diminuito, anzi. Mentre il Parlamento, attraverso una distonica applicazione della presunzione di non colpevolezza, continua a rendere impossibile l’accesso alle notizie per i cronisti. Il report europeo ci consegna un quadro d’insieme preoccupante aggravato dall’impoverimento e dalla precarizzazione dei giornalisti».

Una situazione «che peggiorerà se, ad esempio, non si troveranno la forza e le necessarie risorse per impedire che l’informazione italiana venga saccheggiata dalle piattaforme online e dall’intelligenza artificiale», conclude Costante.

Il Rapporto 2025 sullo Stato di diritto in Italia individua, fra l’altro, progressi «limitati, ridotti o nulli» su alcune delle raccomandazioni chiave espresse nel 2024, in particolare sulle norme per regolare il conflitto d’interesse e le lobby, compresa l’istituzione del registro nazionale. Male anche la protezione per i giornalisti, dato che non vi sono progressi «nel proseguimento dell’iter legislativo relativo al progetto di riforma in materia di diffamazione e tutela del segreto professionale».

Nella relazione particolare attenzione viene dedicata alla libertà di stampa. «Sebbene esistano norme e iniziative specifiche per la loro tutela, i giornalisti continuano a incontrare difficoltà nell’esercizio della loro professione», si legge nel rapporto, in cui si segnala l’aumento dei casi di intimidazioni e minacce contro la categoria. E «sempre più preoccupante» è anche il ricorso alle querele bavaglio contro i giornalisti,

Un capitolo del rapporto è dedicato poi alla Rai. Palazzo Berlaymont registra alcuni progressi sulla raccomandazione espressa lo scorso anno relativa al finanziamento dei media di servizio pubblico. Sotto il profilo del pluralismo, invece, vi è una divergenza di vedute tra il governo, che cita le «numerose inchieste giornalistiche su membri del governo e della sua maggioranza parlamentare» trasmesse nei programmi Rai, e gli stakeholder che esprimono preoccupazione per la «vulnerabilità della Rai ai rischi di indebite interferenze nell’attuale quadro di governance e di finanziamento» e alla «mancanza di progressi legislativi per affrontare tali questioni». (mf)

PER APPROFONDIRE
Il capitolo sulla situazione dello Stato di diritto in Italia è disponibile a questo link.

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