Pari opportunità 11 maggio 2018
“Chiediamo che venga introdotto nel codice penale l’omicidio d’identità, che punisca con pene più severe chi compie atti di inaudita violenza quale sfregiare con acido, dare fuoco alle vittime, cambiandone per sempre i connotati. Il tentato omicidio non è sufficiente a coprire questa fattispecie di reato, una parte fondamentale di queste persone muore per sempre, la loro identità fisica. Poi chiediamo che venga istituito un Fondo per le vittime della violenza, si avverte, sia moralmente che socialmente, il bisogno di un ammortizzatore sociale”. È quanto ha affermato la presidente di Feminin Pluriel Italia, Diana Palomba che oggi ha partecipato presso il Sindacato unitario giornalisti della Campania a Napoli alla tavola rotonda contro la violenza di genere dal titolo: “Violenza sulle donne, cosa accade dopo?”. “Il Sindacato dei giornalisti campani ha una grande attenzione sulle questioni di genere, dalle violenze fino alle discriminazioni nel mondo del lavoro. Noi giornalisti abbiamo anche la responsabilità di raccontare questi episodi e dobbiamo stare attenti al linguaggio: dobbiamo raccontare le differenze senza fare differenze. È uno dei doveri che dobbiamo aggiungere alle nostre carte deontologiche”, ha affermato il segretario del SUGC Claudio Silvestri. All’incontro ha partecipato anche Carla Caiazzo, vittima di violenza e ora protagonista con la sua associazione #ioridoancora di tante iniziative a favore delle donne vittime di violenza. All’incontro hanno partecipato anche Carmen Padula, tesoriere di Feminin Plueriel, l’avvocato Gabriele Sepio, di Protection network, Mena Marano, amministratore delegato di “Silvian Heach, e Palma Sopito, editore di #3D Magazine.