Vita associativa 27 marzo 2014
Care colleghe, cari colleghi,
la Campania si ritrova dopo anni senza un sindacato regionale che rappresenti i giornalisti. La vicenda grottesca che ha portato alla radiazione dalla Fnsi dell’Assostampa napoletana non si è ancora conclusa e lascia un’ombra sull’intera categoria. Ognuno, per le proprie responsabilità, dovrà darne conto. Ma quanto è accaduto non può lasciarci indifferenti. Siamo chiamati ad una riflessione attenta su cosa è stato il sindacato fino ad ora nel nostro territorio e su cosa deve rappresentare nel nostro futuro. Un territorio, il nostro, dove la crisi economica si sente più che altrove, e dove i contraccolpi sul mercato editoriale sono drammatici: tv e giornali chiusi, giornalisti disoccupati e senza prospettive.
In queste condizioni la Campania non può non avere una rappresentanza. Mai come in questo momento ce n’è bisogno. Per questo siamo chiamati non a ricostruire, ma a fondare il nostro sindacato, la nostra casa, la nostra idea di lavoro. Dobbiamo farlo guardando al futuro, con un passo nuovo. Dobbiamo partire da qualcosa che non abbiamo conosciuto, ma che è necessario. Diritti, trasparenza e partecipazione: sono queste le nuove fondamenta, il nostro orizzonte. Il sindacato non può dimenticare, mai, che al primo posto ci sono i lavoratori e la loro dignità, che va difesa e rispettata. Non si può pensare di amministrare una organizzazione di lavoratori come un sistema di potere o come un circolo chiuso: ogni atto deve essere pubblico, ognuno deve avere la possibilità di giudicare e intervenire, in qualsiasi momento. Ma la parola più importante è partecipazione: decidiamo se siamo nella faccenda, se non siamo indifferenti, se non deleghiamo.
È nato il Sindacato giornalisti della Campania. Per ora è solo un atto notarile, un foglio con una traccia. Ora dobbiamo crearlo tutti insieme, pezzo per pezzo. Dobbiamo essere tanti e ognuno deve avere la sua voce. Deve essere qualcosa di diverso, di molto diverso dal passato. Altrimenti non sarà niente.