Vertenze 2 giugno 2018
Negli ultimi 5 anni sono andati persi 2.704 posti di lavoro nel mondo giornalistico, un calo di oltre il 15%. Un dato, quello della professione giornalistica, in controtendenza sia rispetto alla crescita dell’occupazione registrata in Europa che in Italia. È quanto risulta dal ‘Rapporto sulle dinamiche occupazionali nel settore giornalistico: confronto con il sistema paese e l’ambito comunitario’ presentato in commissione Lavoro e Tutela Occupazionale dell’Inpgi a cura dell’Ufficio Studi dell’ente. In merito all’andamento dei rapporti di lavoro dipendente, si è passati dai quasi 18 mila rapporti di lavoro giornalistico del 2012 agli oltre 15 mila del 2017. Nello stesso periodo, il totale degli occupati in Italia è invece passato dagli oltre 22 milioni del 2012 ai 23 milioni del 2017, con un aumento di 344 mila posti di lavoro (+1,51%).
«Se ne deduce – spiega una nota pubblicata sul blog inpginotizie.it – che il tasso di contrazione dei livelli occupazionali in ambito giornalistico è in controtendenza di circa 10 volte rispetto alla tendenza occupazione del sistema Paese. La tendenza evidenziata dall’andamento del mercato del lavoro giornalistico è inevitabilmente influenzata dal perdurare della crisi dell’editoria tradizionale, connessa ai nuovi sistemi di informazione tecnologica che hanno permesso la formazione e lo sviluppo di differenti forme di comunicazione che hanno eroso le risorse del sistema dell’informazione senza contribuire, tuttavia, a generare adeguati livelli di occupazione giornalistica, essendosi nel frattempo progressivamente consolidate nuove figure professionali legate al mondo dell’informazione e della comunicazione che sfuggono ai tradizionali sistemi di classificazione nell’ambito delle ordinarie categorie dell’attività giornalistica».
Lo studio mette poi in evidenza alcune peculiarità del settore rispetto, ad esempio, alla composizione di genere della forza lavoro giornalistica (la metà delle giornaliste donne ha un’occupazione); alle tipologie contrattuali impiegate (il 9% dei contratti giornalistici sono a tempo determinato, il cui uso viene spesso sostituto con la collaborazione coordinata e continuativa); e infine alle fasce d’età degli iscritti alla gestione principale dell’istituto.
PER APPROFONDIRE
La nota integrale dell’istituto e il Rapporto completo sulle dinamiche occupazionali nel settore giornalistico sono disponibili a questo link.