Formazione 10 aprile 2019
L’articolo 3 della Costituzione è da 71 anni una grande incompiuta. Al primo comma, quello dell’uguaglianza fra tutti i cittadini senza distinzioni di sorta, fa seguito infatti un secondo comma che non è mai stato applicato sul serio. La Repubblica non ha infatti provveduto per davvero a eliminare gli ostacoli, reali e concreti, che si frappongono alla realizzazione della sacrosanta enunciazione di principio.
Se n’è parlato nell’aula magna del liceo Umberto I di Napoli, quello frequentato fra gli altri dal presidente emerito Napolitano, nel corso della mattinata dedicata al concorso ‘Rileggiamo l’articolo 3 della Costituzione’, organizzato fra gli altri da Articolo 21, Fnsi, Ordine dei giornalisti, Rai e Miur. Al concorso prendono parte 128 scuole superiori di 61 province. In Campania hanno aderito 22 scuole di tutte le province.
«Gli studenti – ha ricordato Renato Parascandolo, anima dell’iniziativa – sono invitati a riflettere sull’analfabetismo funzionale, una piaga sociale che investe oltre quindici milioni di italiani adulti (dati Ocse), costretti a vivere una condizione di minorità, spesso inconsapevole, dovuta alla mancanza di quegli strumenti intellettuali e culturali necessari per comprendere la realtà in cui sono immersi, a districarsi nelle procedure burocratiche, ad avvalersi a pieno dei servizi sociali, a interpretare correttamente le informazioni, a difendersi dalla persuasione occulta, dalle fake news, dalla demagogia».
Ancora Parascandolo: «I media e la politica trascurano colpevolmente questa grave forma d’ingiustizia che nega, di fatto, il diritto alla conoscenza. Pertanto, gli studenti impegnati nel concorso sono chiamati a elaborare un testo da cui trarre spunto per una campagna informativa e di denuncia per questa promessa non mantenuta della democrazia che tradisce il secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione che impegna lo Stato a rimuovere tutte le barriere che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la partecipazione dei cittadini a tutte le espressioni della realtà sociale».
Il giornalista Sandro Ruotolo, uno dei 21 che oggi in Italia vivono sotto scorta per le minacce ricevute dalle mafie, dalla criminalità e dai gruppi fascisti, ha ricordato il rapporto con Internet. «Non possiamo farne a meno – ha detto Ruotolo – ma dobbiamo fare attenzione. Oggi in Italia esistono 43 milioni di account Facebook, otto persone su dieci utilizzano Internet, i ragazzi si informano soprattutto su web. Ma sei milioni italiani ancora non sanno leggere e scrivere. Internet è un mondo facilmente manipolabile. L’impresa è mettere dei contenuti dentro Internet, che costringe a un pensiero veloce. Mentre serve riflessione, serve pensiero critico».
Dèsirèe Klain, portavoce di Articolo 21 Campania, rispondendo una domanda di uno studente, ha approfondito il tema delle fake news, ribadendo che da Internet si può partire, ma poi l’approfondimento va fatto su giornali, libri, vari media. Claudio Silvestri, segretario del Sindacato Giornalisti Campania, si è invece soffermato sui progressi tecnologici che sono positivi, ma tutto va usato con attenzione. «Stare sul web non deve significare avere la libertà di insultare gli altri», ha detto.
Il filosofo Bruno Moroncini ha parlato del rapporto fra sapere di base, competenze, scuola pubblica, differenze di classe. «Chi riceve il sapere sa oggi come utilizzarlo?», si è chiesto.
Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, impossibilitato a partecipare, ha mandato questo messaggio: ‘Un grazie alle amiche e agli amici di Articolo 21 della Campania che hanno davvero nel cuore la libertà di informazione e la Costituzione. Un grazie a chi ha deciso di partecipare al concorso. Napoli e la Campania si confermano una delle capitali di questa iniziativa e dimostrano di avere a cuore il diritto alla conoscenza e il rispetto di ogni diversità. Le parole, come recita la carta di Assisi, possono essere usate come pietre per ferire ed uccidere oppure per costruire i ponti del dialogo e del rispetto reciproco. Noi preferiamo i ponti perché i muri uccidono la curiosità e la possibilità di esplorare nuovi mondi».
L’elaborato vincente del concorso, indicato da una giuria composta da filosofi, costituzionalisti, giornalisti e uomini di cultura, sarà consegnato alla massime autorità dello Stato; giornalisti e registi di chiara fama saranno invitati a realizzare un documentario sull’analfabetismo funzionale e le sue conseguenze.