Lavoro autonomo 11 maggio 2020
Refocus, bando indetto dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, che premiava con “visibilità istituzionale” venti vincitori in tutta Italia che hanno documentato il Covid e il lockdown in Italia, è stato rivisto dopo la protesta di Sindacato unitario giornalisti della Campania, photoeditor, curatori ed associazioni da tutta Italia che hanno fatto sentire la loro voce per ribellarsi al concetto di “visibilità” come corrispettivo del lavoro svolto. Il nuovo bando prevede duemila euro per ciascun vincitore e una mostra fotografica organizzata in collaborazione con la Triennale di Milano ed il Mufoco. Il Sugc esprime apprezzamento per la decisione del Ministero.
Il concetto di visibilità è, purtroppo, fin troppo noto ai fotoreporter, ma dovrebbe essere completamente cancellato dal vocabolario del lavoro, soprattutto quello della pubblica amministrazione. È un concetto offensivo per la professione, che viene utilizzato come specchietto per le allodole per attirare i giovani in trappola, di solito da imprenditori accattoni e senza scrupoli. Quello dei fotogiornalisti è un lavoro serio e come tale va retribuito sempre, è uno dei pilastri dell’informazione, soprattutto nel panorama attuale. L’emergenza per la pandemia ha dimostrato ancora una volta che i giornalisti per immagini non solo svolgono un’attività essenziale per l’informazione ma anche rischiosa, perché devono necessariamente essere impegnati in prima linea. Meritano, quindi, maggiori tutele. Per questo un anno fa abbiamo promosso la “Carta di Napoli”, un decalogo dei diritti e dei doveri dei giornalisti per foto e videoreporter.