Giornalisti minacciati 12 giugno 2020
“La proposta di legge per la cancellazione del carcere per i giornalisti sarà approvata in commissione Giustizia al Senato in tempi brevi, forse già la prossima settimana, e potrebbe arrivare alla Camera prima della pausa estiva”. Lo ha detto il senatore Arnaldo Lomuti, relatore del ddl sulla diffamazione in commissione Giustizia del Senato, nel corso di una riunione in videoconferenza con il segretario generale della Fnsi. L’incontro, tenutosi all’indomani dell’ordinanza con cui la Consulta ha rimesso al Parlamento la definizione della vicenda, bilanciando la tutela del diritto di cronaca e di critica con il diritto alla reputazione all’immagine, è stata l’occasione per fare il punto della situazione. “Rimane ferma la volontà del governo e della maggioranza parlamentare di cancellare il carcere per i giornalisti e contrastare le querele bavaglio”, ha ribadito il senatore Lomuti.
La Fnsi auspica che l’iter delle due proposte di legge possa procedere speditamente, accogliendo la sollecitazione della Corte Costituzionale a definire tutta la vicenda entro un anno. “L’ordinanza della Consulta – afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – affida una grande responsabilità alle Camere. L’eliminazione della pena detentiva per i giornalisti riconosciuti responsabili del reato di diffamazione è una misura di civiltà, ma non può diventare l’occasione per avviare una resa dei conti con la categoria con l’introduzione di sanzioni pecuniarie elevate o di norme capestro sull’obbligo di rettifica. Uno scenario di questo tipo esporrebbe l’Italia al rischio di censura e di ulteriori condanne della Corte europea dei diritti dell’uomo, esattamente come il carcere, perché pene pecuniarie sproporzionate hanno lo stesso effetto dissuasivo della pena detentiva sulla libertà di espressione e sul diritto di cronaca. Per questo la mobilitazione della Fnsi in tutte le sedi proseguirà di pari passo con il dialogo e il confronto serrato avviato da tempo con il governo e a livello parlamentare per giungere alla definizione di un testo che consenta a chi fa informazione di non subire limitazioni e bavagli e ai cittadini di vedere tutelati i loro diritti fondamentali”.