Vita associativa 8 gennaio 2021
Pubblicati gli atti del convegno ‘Il giornalista nell’età dello smart working’, promosso dalla Fondazione sul giornalismo ‘Paolo Murialdi’ in Fnsi il 17 settembre 2020. Il volume, edito da All Around, ripropone le analisi e le riflessioni degli esperti che si sono interrogati sul tema del lavoro agile nella professione giornalistica e che hanno partecipato alla giornata di approfondimento arricchendo il dibattito con i loro contributi: sociologi, giornalisti, direttori, sindacalisti, docenti universitari a confronto su un tema che la Fondazione ha ritenuto necessario esplorare sin dalle prime settimane del 2020, quando il lavoro ‘smart’ è entrato a far parte della vita degli italiani.
L’interrogativo alla base della riflessione era (e resta) come la diffusione generalizzata del lavoro da remoto potesse (e possa) influire sulla professione giornalistica e in quale modo questo cambiamento potesse e possa modificare il contenuto dell’informazione.
In questi mesi alcune rivoluzioni sono state già state messe in atto, come ha scritto il direttore della Repubblica, Maurizio Molinari, il 25 ottobre 2020, annunciando che «il nostro giornale oggi esce, per la prima volta dalla fondazione, da remoto, a seguito della necessità di chiudere e sanificare la redazione di Roma perché uno di noi ha il Covid». E intanto l’informazione online ha fatto prepotentemente irruzione nella dieta mediatica degli italiani, con una conseguente crescita del numero degli abbonati alle edizioni multimediali dei quotidiani e dei fruitori dei servizi offerti dalle grande piattaforme web.
Ma il nodo – dal punto di vista del lavoro giornalistico – è quello centrato nella domanda cui la raccolta tenta di dare una risposta: «Lo smart working è una bella invenzione o una trappola che finirà per uccidere il nostro già malconcio mestiere?».
Non una ‘nuova’ diatriba tra apocalittici e integrati, ma una ricca e variegata collezione di punti di vista che portano la categoria ad interrogarsi sul presente e sul futuro della professione attraverso gli interventi, fra gli altri, dello stesso direttore Molinari, del segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, dei presidenti di Inpgi e Casagit, Marina Macelloni e Daniele Cerrato, passando per gli approfondimenti ‘tecnici’ dei professori Mario Morcellini, Massimo Pallini e Marino Bonaiuto.
Fino a far scrivere a Giancarlo Tartaglia, segretario generale della Fondazione Murialdi: «La discussione su un argomento così rilevante per il nostro futuro non può finire qui. La società si evolve e i mutamenti non possono essere trascurati». Del resto, come rileva anche il presidente della Fondazione, Vittorio Roidi, nella prefazione del libro: «Il mondo in cui abitano i giornalisti è sempre in trasformazione. Ci sono cose alle quali dobbiamo adattarci, altre dalle quali dovremo difenderci. Per lavorare meglio, nell’interesse dei cittadini».