È morto di Covid nell’ospedale di Santa Maria Capua Vetere a soli 47 anni il giornalista Pietro Nardiello. Il Sindacato unitario giornalisti della Campania si stringe con affetto alla famiglia per la grave perdita. Di seguito il ricordo della collega della Tgr Campania Francesca Ghidini.
Pietro Nardiello a un forum con Pino Scaccia
di Francesca Ghidini
Ci siamo conosciuti a Casal di Principe. Pietro è stato uno dei primi, in un clima pesante e opprimente, a parlare di cultura come strumento di lotta e di riscatto. Il Festival dell’Impegno civile sembrava una sfida impossibile. Eppure, in quella saletta al piano terra accanto al Municipio, grazie al suo entusiasmo e alla sua determinazione, si davano appuntamento giornalisti, artisti e scrittori. Li aveva coinvolti e convinti.
La sua macchina, piena di manifesti e locandine.
Durante il viaggio da Napoli a Casal di Principe mi raccontò aneddoti, storie, progetti. Un vulcano. E io pensai a quanta forza avesse questo collega pieno passione.
Eccellenze del sud e questione meridionale nell’altra grande scommessa di Pietro. La testata multimediale “il Brigante”.
Poi il traguardo più ambizioso: valorizzare i beni confiscati ai clan. Riempirli di vita. E di occasioni.
L’ultima volta che ci siamo visti è stata una sera in piazza a Chiaiano, dove si era appena trasferito. Una festa per celebrare la chiusura della discarica e il rilancio di un territorio che tanto aveva sofferto. Mi parlò della figlia. Gli brillavano gli occhi.
Gli stessi occhi che nella foto postata su Facebook dall’ospedale sembravano comunicare ottimismo. Speranza di guarigione.
Invece questa subdola malattia lo ha strappato, giovanissimo, alla sua famiglia, al suo mondo, ai suoi sogni.