Addio a un altro grande amico e collega. Domenico Ferrara – per tutti Mimmo – si è spento all’età di 75 anni a Napoli, Se ne va, così, un altro pezzo pregiato di quella generazione d’oro del giornalismo napoletano che illuminò tutto il secondo dopoguerra portando Il Mattino e il Roma a livelli altissimi di diffusione e autorevolezza.
Mimmo, originario di Casoria, non solo scalò tutti gradini della carriera da redattore semplice a direttore ma, quando uscì dalla professione attiva, continuò nel suo percorso di successo fino alla presidenza della Casagit, la Cassa Autonoma di Assistenza integrativa dei giornalisti italiani, che guidò quasi per un decennio, dal 1991 al 2001,.
Ferrara esordì giovanissimo al Corriere di Napoli, dove rimase fino al 1976 per poi passare al Mattino, dove fu caposervizio agli esteri, allo sport, al politico. Fu poi, sempre nel quotidiano di via Chiatamone, redattore capo responsabile del settore Grande Napoli nato proprio da una sua brillante intuizione. Diresse anche i settimanali sportivi dell’Edime (l’editrice del Mattino): Sport Sud e Lo Sport del Mezzogiorno. Collaborò, poi, alla testata giornalistica sportiva della Rai per la rubrica Derby. Per un biennio, dl 1990 al 1992, è stato anche redattore capo centrale del quotidiano «Roma».
Oltre alla presidenza della Casagit, Mimmo Ferrara è stato, inoltre, consigliere di amministrazione dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi) e consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Campania.
Il Sindacato unitario dei giornalisti della Campania si unisce al lutto del giornalismo napoletano e fa le condoglianze più vive alla moglie e ai figli.
I funerali si terranno presso la chiesa di Santa Rita in via Scipione Rovito 25 a Napoli, domenica 16 ottobre alle 13,30.
Il ricordo del presidente del SUGC, Armando Borriello:
La notizie mi arriva in piena notte, sfogliando Facebook. Come al solito, con il suo innato senso di giornalista di razza, Antonio Sasso, dominus del Roma, lancia il suo scoop: “E’ morto il grande Mimmo Ferrara”. Sconcerto e dolore, poi penso che questo è davvero l’annus horribilis del giornalismo napoletano e campano: Mario Caruso, Vittorio Raio, Paolo Prestisimone nel giro di pochi giorni. Poi Peppino Pacileo, Franco Mancusi, Benigno Blasi.. .
E all’improvviso arrivano i ricordi, le nostalgie, le tristezze. Rivedo quella redazione meravigliosa del Mattino anni 80 e 90 che marciava al ritmo di centinaia di migliaia di copie vendute al giorno e dove ero un “pischello” tra tanti maestri giganti, i suoi campioni scomparsi come Pasquale Nonno, Giacomo Lombardi, Riccardo Cassero, Peppone Pacileo, Lello Barbuto, Cesarone Marcucci, Aldo Bovio, Mimì De Simone, Gaetano Trosino. E mi conforta l’idea che altri amici veri, ma tutti pensionati ora, sono ancora vicini a me: Clodomiro Tarsia a cui devo tutto, Mimmo Carratelli, Gerardo Guerra, Marco Ciampo, Pietro Gargano, Romolo Acampora, Franco Esposito, Mino Jouakim, Francesco Durante, Titti Marrone, Gianni Ambrosino, Lello Greco, Umberto Nardacchione, Adolfo Mollichelli, Bruno Buonanno, Ernesto Tempesta, Sergio Troise, Gino Cavallo, Enzo Iacopino, Ottorino Gurgo.
Ma su tutti, svetta Mimmone Ferrara, forse perché ancora fresco di abbandono. Il suo incedere bonario nei corridoi, la scorza di duro che nascondeva una persona buona, generosa, sempre pronto a dare consigli, ad aiutare tutti. Con lui non ho mai lavorato nella stessa stanza, ma quando “invento'” dal nulla la redazione Grande Napoli nel Mattino che copriva tutta la provincia da Bacoli a Sorrento, decine di guaglioni con la voglia di fare il giornalista si fecero avanti. Su tutti e tutto Mimmone governava quell'”impero”. E fu subito successo, grande successo. Ma a uno come lui, sempre in lotta per superare se stesso, andava stretto quel ruolo e così percorse altre strade che lo portarono ai vertici nazionali della categoria: presidente della Casagit, la cassa medica dei giornalisti, il top per chi è iscritto al nostro Ordine. Dieci anni di innovazione, espansione, tutele sanitarie sempre crescenti. Per tutti aveva consigli, disponibilità, amicizia.
Negli ultimi tempi si era ritirato in uno splendido isolamento e mi giungevano voci di salute malferma. Poi, la notizia. Via così, a 75 anni, Il giornalismo napoletano perde un protagonista e a me non resta che l’immagine di Mimmone che macinava notizie, idee e consigli. Addio presidente.