Vita associativa 20 gennaio 2022
La Federazione nazionale della Stampa italiana esprime profonda tristezza per la morte di Sergio Lepri, storico direttore dell’agenzia Ansa, giornalista scrupoloso e appassionato, esempio di equilibrio e stile, sempre dalla parte della Costituzione, morto giovedì 20 gennaio 2022.
Partigiano, fu tra i padri di quella libertà di stampa che gli italiani seppero ricostruire sulle macerie lasciate dal fascismo e dalla guerra. Osservatore attento e lucido critico, ha attraversato da protagonista tutte le fasi del giornalismo repubblicano, sempre pronto a dispensare utili consigli e raccontare curiosi aneddoti.
Con Sergio Lepri se ne va un pezzo di storia della nostra professione, un maestro per generazioni di cronisti, autore di pagine indelebili di buon giornalismo. La Fnsi si stringe alla famiglia, ai figli, i giornalisti Maria, Paolo e Stefano, agli amici, ai colleghi dell’Ansa cui rivolge un commosso abbraccio.
Nato a Firenze il 24 settembre 1919, Lepri è stato direttore dell’Ansa dal 1962 al 1990. Laureato in filosofia, aveva insegnato nelle scuole statali come professore di storia e filosofia. Al giornalismo era arrivato attraverso la stampa clandestina, dopo aver diretto, nell’inverno 1943-1944, durante l’occupazione tedesca, l’organo clandestino del Partito Liberale ‘L’opinione’.
Lavorò prima alla ‘Nazione del popolo’ di Firenze, poi al ‘Mattino dell’Italia centrale’. Quando il quotidiano cambiò la sua testata in ‘Giornale del mattino’, ne divenne redattore capo, non tralasciando l’attività di editorialista e inviato speciale, particolarmente all’estero. Le sue inchieste negli Stati Uniti e nell’Unione Sovietica – che furono pubblicate anche dal ‘Gazzettino’ di Venezia e dal ‘Mattino’ di Napoli, oltre che da altri quotidiani di cui era abituale collaboratore – gli valsero rispettivamente il premio giornalistico nazionale ‘Marzotto’ (1953) e il Premio ‘Saint Vincent’ (1956).
Articoli, servizi e corrispondenze vennero pubblicate, inoltre, dal ‘Mondo’, dall”Illustrazione italiana’ dal ‘Messaggero’ e da altre testate. Dopo essere stato corrispondente da Parigi del ‘Giornale del mattino’ e di altri giornali (1956 e 1957) e capo dell’ufficio stampa della presidenza del Consiglio (1958 e 1959), nel 1960 entrò all’Ansa.
Sergio Lepri è stato anche prolifico saggista e docente di Linguaggio dell’informazione alla Scuola di giornalismo dell’Università Luiss.
In occasione del suo centesimo compleanno, il 24 settembre 2019, una delegazione della Fnsi lo incontrò per portargli il saluto del sindacato dei giornalisti. La foto che riportiamo in alto fu scattata in quella occasione.
Esecutivo Usigrai: «Sergio Lepri ci lascia i suoi insegnamenti»
L’Usigrai esprime il proprio cordoglio per la morte di Sergio Lepri, per lunghi anni direttore dell’Ansa. Ci lascia i suoi insegnamenti e la sua testimonianza di professionista, convinto che il giornalismo sia uno strumento di servizio, di conoscenza, di democrazia e di libertà. Un mestiere che si fonda sull’indipendenza e sul rigore. La centralità della verifica delle notizie ha fatto dell’Ansa un punto di riferimento per i giornalisti e per le istituzioni. I suoi richiami all’attenzione al linguaggio e alle parole hanno anticipato i tempi. Insieme abbiamo condotto battaglie per la difesa dell’informazione e per un giornalismo libero e indipendente. L’Usigrai si stringe alla figlia Maria, ai suoi fratelli e ai suoi amici e colleghi.
Il cordoglio del presidente del Cnog, Carlo Bartoli
«Esprimo a nome di tutto il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti il cordoglio per la scomparsa di Sergio Lepri, storico direttore dell’agenzia Ansa e maestro del giornalismo italiano». Lo afferma il presidente del Cnog, Carlo Bartoli. «Non ha mai smesso – prosegue – di essere giornalista, sempre attento all’evoluzione e alle innovazioni della nostra professione, sempre disponibile ad incontrare i giovani praticanti per trasmettere loro i fondamenti del mestiere. Ho vivissimo il ricordo dell’ultimo incontro con lui, a Firenze in Palazzo Vecchio, in occasione della cerimonia di premiazione alla carriera per i suoi cento anni. Infaticabile, dal tratto gentile ed acuto, è stato il punto di riferimento per tante generazioni di giornalisti. Siamo vicini alla sua famiglia, ai suoi figli, i colleghi Maria, Paolo e Stefano, e a tutti coloro che hanno lavorato al suo fianco. Serbiamo di lui il ricordo di una persona di grande spessore umano, culturale e professionale».