Vita associativa 21 aprile 2017
Il tavolo di lavoro a cui ha preso parte il segretario Lorusso
«In questo momento – ha spiegato – non possiamo che ribadire la nostra netta contrarietà all’ipotesi di gara europea perché questo costituirebbe un unicum in tutta l’Europa e anche una sorta di svilimento della professione giornalistica, perché l’informazione sarebbe messa allo stesso livello di tutti gli altri servizi e invece non stiamo parlando dell’acquisto di cancelleria, stiamo parlando del bene supremo, fondamentale, per la democrazia che è l’informazione».
Inoltre, «qualora ci fosse una gara e ci fossero delle aggiudicazioni, l’esito della gara potrebbe finire sub judice, perché nessuno può escludere ricorsi sia da parte di aziende europee ma anche da parte di aziende italiane che, per esempio, non fossero soddisfatte dell’esito della gara e i ricorsi potrebbero generare incertezza dei tempi sull’erogazione delle risorse nei confronti di quelle aziende che dovessero aver legittimamente acquisito determinati lotti», ha ribadito il segretario generale.
Si creerebbe una situazione di confusione ed incertezza che non farebbe bene a nessuno. E, del resto, il sindacato dei giornalisti ha già chiesto che, al di là dell’aspetto contingente, l’esecutivo cominci a lavorare ad una legge di riordino del sistema.
Le risposte del governo, fa sapere Lorusso, «dovrebbero arrivare a breve. Noi del ministro e del governo abbiamo apprezzato la capacità di ascolto. Ci auguriamo che alla capacità di ascolto segua anche la capacità di accogliere e di far proprie proposte che non vanno nella direzione di privilegiare qualcuno o un settore, ma vanno nella direzione di dare delle risposte comunque serie a quella che è una problematica che riguarda tutte le agenzie di stampa e il pluralismo dell’informazione in questo Paese».
Al momento, però, queste risposte ancora non sono arrivate. «Non ne abbiamo assolutamente colto, ad esempio, nei decreti attuativi della legge sull’editoria, perché ad oggi, al di là delle disponibilità, non c’è alcuna risposta e alcun elemento concreto che vada nella direzione del contrasto al precariato e della tutela del lavoro regolare. Non c’è nulla di tutto questo e non c’è nulla di tutto questo neanche nel parere che una settimana fa è stato reso dalla commissione lavoro della Camera, il che è abbastanza sorprendente considerato che la commissione è presieduta da un ex ministro del Lavoro. Non c’è nulla sull’occupazione, sul contrasto al precariato e questo è preoccupante», ha concluso il segretario Fnsi.
Agenzie di stampa, il Coordinamento dei Cdr: «Lotti risponda alle proposte della Fnsi»
Sono trascorse tre settimane dall’incontro tra il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il ministro Luca Lotti. In quell’occasione, i vertici del Sindacato unitario dei giornalisti ribadirono la contrarietà allo strumento della gara europea per l’acquisto dei servizi dalle agenzie di stampa da parte del governo, chiedendo di valutare le soluzioni alternative già prospettate d’intesa con i comitati di redazione. La Fnsi sottopose inoltre al ministro la possibilità di evitare la gara, sulla base delle disposizioni legislative vigenti che tutelano in modo specifico il pluralismo dell’informazione delle agenzie di stampa.
Il ministro, che si riservò di svolgere ulteriori approfondimenti sulle proposte avanzate dalla Fnsi, non ha ancora comunicato le sue decisioni, prolungando il clima di incertezza nel quale si trova l’intero comparto, a seguito del precedente annuncio dello stesso Lotti.
Nel frattempo, come ha ricordato ieri l’Associazione Stampa Romana in una sua nota, nei due rami del Parlamento sono state presentate due mozioni parlamentari, sottoscritte da 150 fra deputati e senatori di maggioranza e di opposizione, per chiedere al governo di aprire un confronto con i giornalisti delle agenzie.
Il Coordinamento dei comitati di redazione delle agenzie di stampa nazionali ribadisce la ferma contrarietà allo strumento della gara europea, contro la quale è già stato opposto uno sciopero di settore, unitario e compatto, e torna a chiedere al Governo l’apertura di un confronto per la ricerca di soluzioni alternative, nel solco delle proposte avanzate dalla Fnsi.
Con lo stesso spirito che animò lo sciopero del 25 marzo, il Coordinamento esprime la massima preoccupazione per una situazione non più sostenibile, che vede a rischio centinaia di posti di lavoro di giornalisti, poligrafici e impiegati nelle varie aziende del comparto.
Il ministro Lotti e il Governo hanno il dovere istituzionale di tutelare il settore dell’informazione primaria in Italia, senza esporlo al ‘salto nel buio’ rappresentato dalla gara europea, che rischia di naufragare sul nascere sotto una pioggia di ricorsi e di esporre le aziende nazionali all’offensiva dei grandi gruppi europei, in assenza di condizioni di reciprocità nell’intera Unione Europea”.
Il Coordinamento, proseguendo il silenzio del governo sulle proposte avanzate dalla Fnsi e condivise dai Cdr, valuterà l’avvio di ulteriori azioni di lotta.