Vita associativa 25 luglio 2018
«È una bella giornata per la legalità e per la lotta alla mafia. Il capomafia Salvatore Giuliano, il figlio Gabriele ed altre 17 persone sono stati arrestati. Si tratta di coloro che, fra l’altro, stavano progettando un attentato per far saltare per aria con un’autobomba il giornalista Paolo Borrometi, presidente di Articolo21. Alcuni degli arrestati sono, inoltre, attualmente a processo per minacce di morte aggravate dal metodo mafioso nei confronti dello stesso Borrometi». Lo affermano, in una nota, Federazione nazionale della Stampa italiana, Associazione Siciliana della Stampa e Usigrai.
«L’operazione di magistratura e forze dell’ordine – proseguono – dimostra ancora una volta che lo Stato è più forte. Chi, come Paolo Borrometi, insieme con altri cronisti siciliani, si impegna da anni per illuminare le periferie del malaffare in quei territori, mettendo spesso a rischio la propria vita, vede oggi ripagato il proprio lavoro».
Il sindacato dei giornalisti italiani, che si è costituito parte civile nei processi a carico di tutti coloro che hanno minacciato o aggredito i cronisti, «ringrazia la Procura, le forze dell’Ordine di Catania e tutti i giornalisti che garantiscono la ‘scorta mediatica’ a Paolo Borrometi e agli altri colleghi minacciati e continuerà a battersi affinché venga assicurato a tutti i giornalisti il diritto di fare inchieste e di informare i cittadini», concludono Fnsi, Assostampa Siciliana e Usigrai.
Solidarietà a Paolo Borrometi la esprime anche il gruppo siciliano dell’Unci. «La Squadra mobile di Siracusa – scrive Leone Zingales -, con il coordinamento della Dda di Catania, ha arrestato 19 persone nell’ambito dell’operazione antimafia denominata ‘Araba Fenice’. Tra gli arrestati anche Salvatore Giuliano ed il figlio Gabriele che stavano progettando un attentato al tritolo contro il giornalista Paolo Borrometi, presidente di Articolo21. Ringraziamo autorità giudiziaria e polizia di Stato per avere inferto un duro colpo ad una organizzazione criminale che condizionava l’attività di commercianti ed imprenditori di una vasta porzione della provincia di Siracusa. L’arresto dei Giuliano, inoltre, consente al collega Paolo Borrometi di proseguire il proprio lavoro con la necessaria serenità nella consapevolezza che lo Stato è presente più che mai nella lotta alla mafia e alle varie illegalità. Paolo Borrometi non è solo».
Per il presidente dell’Unci Sicilia, Andrea Tuttoilmondo, «l’operazione di stamani conferma ancora una volta come l’azione repressiva dello Stato sia sempre pronta ed efficace e rappresenta un segnale di incoraggiamento per quei cronisti che, quotidianamente, con la schiena dritta, si impegnano a smascherare e denunciare il malaffare».