Vita associativa 3 aprile 2020
L’Associazione Stampa Subalpina e la Federazione nazionale della Stampa italiana esprimono «preoccupazione e sdegno» per il grave attacco di un rappresentante ufficiale del ministero della Difesa russo al quotidiano La Stampa e al collega Jacopo Iacoboni, accusati di pubblicare false notizie per screditare la missione inviata dalla Russia in aiuto al popolo italiano.
«Ricordiamo al ministero della Difesa russo – afferma il sindacato – che nel nostro Paese, in Europa e in democrazia non sono ammissibili intimidazioni ai professionisti dell’informazione e limiti al diritto di espressione. Il governo italiano deve battere un colpo. Si convochi immediatamente l’ambasciatore russo in Italia, gli si chiedano spiegazioni e si agisca di conseguenza: non è tollerabile che chi, come la Russia, occupa posizioni di retrovia nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa pensi di intimidire i giornalisti di un altro Paese né che si possa pensare che l’invio di materiale sanitario abbia di fatto trasformato l’Italia in una colonia russa».
Il collega Iacoboni negli scorsi giorni ha pubblicato una serie di articoli sollevando dubbi sul contingente giunto appunto dalla Russia per aiutare il nostro Paese nell’emergenza coronavirus. Dubbi suffragati da analisti dell’intelligence e da esperti militari (qui i riferimenti). Il rappresentante del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha accusato La Stampa di alimentare “fake russofobi della peggior specie” e di seguire “le linee guida dei manuali di propaganda antisovietica”, concludendo il suo messaggio con una citazione biblica dal suono minaccioso: “Qui fodit foveam, incidet in eam (Chi scava una fossa prima o poi ci finirà dentro)”.
«Esprimiamo al direttore e a tutte le colleghe e i colleghi de La Stampa, e segnatamente al collega Iacoboni – concludono Fnsi e Assostampa Subalpina – la nostra vicinanza e solidarietà».
Il Cdr della Stampa: «Intimidazione che conferma gli strumenti con i quali la Russia controlla l’informazione»
Il Comitato di redazione de La Stampa esprime sdegno per il grave attacco del ministero della Difesa russo al giornalista Jacopo Iacoboni. Il collega negli scorsi giorni ha pubblicato una serie di articoli sollevando alcuni dubbi sul contingente giunto dalla Russia per aiutare il nostro Paese nell’emergenza coronavirus. Dubbi suffragati da alte fonti politiche e da esperti militari e dell’intelligence. Il rappresentante del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha accusato La Stampa di manipolare “fake russofobi della peggior specie” e di seguire “le linee guida dei manuali di propaganda antisovietica”. Infine la minaccia al nostro giornale: “Qui fodit foveam, incidet in eam (Chi scava una fossa prima o poi ci finirà dentro)”. Un’autentica intimidazione che ancora una volta conferma – se mai ce ne fosse stato il bisogno – gli strumenti con i quali la Russia controlla l’informazione, e non solo. Ma soprattutto il tentativo inaccettabile di esportare questi metodi fuori dai loro confini, nel nostro Paese, in Europa. Un fatto che rischia di diventare un grave precedente se il nostro governo non chiederà immediati chiarimenti. E soprattutto le necessarie scuse.
Il Comitato di redazione de La Stampa
I ministeri della Difesa e degli Esteri: «Italia grata alla Russia, ma rispetti la libertà di stampa»
L’Italia è grata alla Russia per gli aiuti, ma allo stesso tempo «non si può non biasimare il tono inopportuno di certe espressioni utilizzate dal portavoce del ministero della Difesa russo nei confronti di alcuni articoli della stampa italiana. La libertà di espressione e il diritto di critica – scrivono in una nota congiunta i ministeri della Difesa e degli Esteri – sono valori fondamentali del nostro Paese, così come il diritto di replica. In questo momento di emergenza globale il compito di controllo e di analisi della libera stampa rimane più che mai essenziale». (Ansa)