Vertenze 16 settembre 2021
«Esiste ormai un’omogeneità nell’emergenza lavorativa che sta vivendo il settore giornalistico in Italia. L’informazione è strategica per la tenuta delle istituzioni democratiche, come ricordato più volte dal presidente Mattarella, ma se esiste un’attenzione della più alta carica dello Stato alle criticità del nostro settore, non uguale attenzione si riscontra tra chi è chiamato a porvi rimedio. Siamo un settore in crisi strutturale da anni, siamo settore di rilevanza costituzionale, ma tutto ciò pare che non interessi al governo». Così il segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso, intervenendo all’assemblea del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige, a Bolzano.
«Non siamo diversi da altri lavoratori, quindi ci aspetteremo la stessa attenzione rivolta ad altri settori ritenuti strategici per il Paese. Evidentemente si vuole colpire una categoria che viene identificata come in grado di incidere sull’opinione pubblica. Non c’è alcuna volontà di affrontare nodi cruciali come il contrasto al lavoro precario e alle liti temerarie, che rendono l’informazione meno autorevole e più ricattabile. Non si capisce che indebolire questa categoria significa indebolire la democrazia di questo Paese. Il governo deve dare risposte: non assisteremo inermi alla scomparsa del settore. Iniziamo a essere protagonisti del nostro tempo», ha aggiunto Lorusso.
Per il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, «la situazione politica non è felice, perché le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul pericolo delle minacce nei confronti dei cronisti e per la libertà di stampa, non hanno portato ad alcuno scatto nel parlamento. Dopo l’intervento del Capo dello Stato, non è stato approvato l’equo compenso sul lavoro giornalistico, non sono stati avviati i tavoli di confronto con le parti sociali e molte proposte per la categoria giacciono nei cassetti del Senato. Dobbiamo unire la categoria per dare un nuovo futuro al lavoro e a tanti giovani, iniziando dagli ultimi e dai precari», ha rilevato.
«Il governo non può pensare di commissariare l’Inpgi e di non commissariare, allo stesso tempo, l’articolo 21 della Costituzione italiana», ha precisato Giulietti, che ha anche ricordato la figura di Gianni Faustini, proponendo un premio in sua memoria legato alla deontologia giornalistica. «Ricordiamo le persone per ciò che hanno lasciato, affinché la loro memoria lasci dei frutti», ha concluso il presidente Fnsi.
Ad aprire i lavori dell’Assemblea il segretario regionale, Rocco Cerone, che si è soffermato sulla «drammatica emergenza lavoro» che ha investito anche il Trentino Alto Adige, aggravata dalla «violenta e brutale» chiusura a inizio anno dello storico giornale Trentino, ma anche sulle «prime risposte che siamo riusciti a dare» sul fronte del profilo del giornalista pubblico «grazie al lavoro in strettissima collaborazione con la Fnsi».
Al centro dell’intervento del segretario regionale uscente anche i temi del precariato e dello sfruttamento lavorativo che caratterizza il settore; le difficoltà del sistema previdenziale; la proficua collaborazione fra l’Assostampa e l’Ordine regionale dei giornalisti e con Sindacato Veneto e Articolo 21, partner in numerose iniziative organizzate a Treno e Bolzano, nel solco di «un concetto a me molto caro e che ispira la mia azione sindacale, che è quello della squadra: da soli – ha commentato – non si va da nessuna parte».
All’assemblea era presente anche il segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania Claudio Silvestri.