Giornalisti minacciati 1 giugno 2023
Il caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano sequestrato, torturato e ucciso in Egitto nel 2016, arriva alla Corte costituzionale. Accogliendo la richiesta del procuratore capo Francesco Lo Voi e dell’aggiunto Sergio Colaiocco, mercoledì 31 maggio 2023 il gup di Roma ha deciso di inviare gli atti alla Consulta. Una richiesta finalizzata a sbloccare lo stallo in cui si trova il procedimento.
Imputati sono quattro 007 egiziani: il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi e Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, accusati a vario titolo di sequestro di persona pluriaggravato, lesioni aggravate e concorso in omicidio aggravato.
La procura di Roma aveva sollevato la questione di costituzionalità dell’articolo 420 bis nella parte in cui prevede che l’assenza di conoscenza del processo da parte dell’imputato derivi dalla mancata attivazione della cooperazione dello Stato estero. Per il gup la questione sollevata dalla Procura, in tema di assenza degli imputati, è «rilevante e non costituzionalmente infondata».
La scelta delle Autorità egiziane «di sottrarre i propri cittadini alla Giurisdizione italiana e all’accertamento delle responsabilità, è una scelta anti-democratica, autoritaria che di fatto crea in Italia, Paese che si ispira ai principi democratici e di eguaglianza, una disparità di trattamento rispetto ai cittadini italiani e ai cittadini stranieri di altri Paesi, che in casi analoghi verrebbero processati», si legge nell’ordinanza con cui si stabilisce di inviare gli atti alla Corte costituzionale.
«C’è una speranza in più e speriamo sia la volta definitiva e che venga sancito che questo processo si può e si deve fare. Ci auguriamo che il “popolo giallo” e la “scorta mediatica” stiano con noi con le antenne dritte», il commento dell’avvocata Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni, al termine dell’udienza preliminare.
Prima di entrare in tribunale, Ballerini e i genitori di Giulio si sono fermati al sit-in promosso in concomitanza con la discussione in aula al quale erano presenti, fra gli altri, Pif, l’ex presidente della Camera Roberto Fico, rappresentanti dell’Ordine dei giornalisti, con il presidente Carlo Bartoli e la segretaria del Cnog Paola Spadari, e della Fnsi, con il presidente Vittorio di Trapani, dell’associazione Articolo21 e del collettivo Giulio siamo noi.