Vita associativa 20 luglio 2018
Il Consiglio di Stato conferma l’applicazione del contributo integrativo del 4% anche sulle parcelle rese dai professionisti nei confronti della Pubblica amministrazione. Le Casse di previdenza potranno cosi’ utilizzare parte della contribuzione integrativa versata dai committenti, anche pubblici, per aumentare il montante contributivo dei professionisti e, quindi, per migliorare le prospettive pensionistiche. La sentenza 4062/2018, pronunciata il 3 luglio dal Consiglio di Stato boccia il ricorso presentato dai ministeri del Lavoro e dell’Economia contro la sentenza del Tar del Lazio 966/2016 e da ragione all’EPAP (Ente di previdenza pluricategoriale per Attuari, Chimici, Geologi, Dottori Agronomi e Dottori Forestali).
Si tratta di una pronuncia storica che oltre a ripristinare un principio di equita’ e giustizia, elimina, dopo anni, una disparita’ di trattamento tra settore pubblico e privato che, di fatto, pesava sulle future pensioni dei professionisti che lavorano in prevalenza o in esclusiva per la Pa. Finora, infatti, le parcelle dei professionisti potevano addebitare solo un’aliquota pari al 2% a titolo di contributo previdenziale integrativo se rivolte alla pubblica amministrazione, a differenza di quelle rivolte alla generalita’ dei clienti/committenti, per i quali la misura del predetto contributo poteva raggiungere – a seconda del regime in vigore presso ciascuna Cassa – il 4%, di cui una parte destinata ad incrementare il montante contributivo accreditato sulla posizione previdenziale degli iscritti. In altri termini, quindi, a parita’ di compenso erogato, i professionisti che fornivano le proprie prestazioni alle Pubbliche Amministrazioni subivano una penalizzazione – in termini di future prestazioni previdenziali – rispetto a quelli che intrattenevano rapporti con i privati.
Il Consiglio di Stato ha quindi rimosso tale discriminazione, parificando le condizioni previdenziali tra i due ambiti.
La soluzione di questa vicenda apre infine interessanti opportunita’ per la sostenibilita’ della previdenza professionale e per l’adeguatezza delle pensioni dei liberi professionisti ed autorizza le Casse dei Professionisti ad usare la leva del contributo integrativo per migliorare le prospettive pensionistiche dei propri iscritti in termini di adeguatezza delle prestazioni.