Vertenze 12 novembre 2020
Il protocollo Uspi-Cisal non è un contratto giornalistico. L’Uspi lo ha sottoscritto con un sindacato di comodo, la Cisal per l’appunto. E adesso Citynews, che per dimensione e tipologia di attività è entrata nell’ambito di applicazione del contratto Fieg-Fnsi, chiede ai propri giornalisti di aderire all’applicazione del protocollo Uspi-Cisal. Si tratta, evidentemente, di un messaggio fuorviante.
Innanzitutto, come detto, la Cisal, non è rappresentativa della categoria giornalistica. Non è un caso, infatti, che la stessa abbia sottoscritto con Uspi un “Protocollo di intesa per la regolamentazione dei rapporti di lavoro di natura redazionale nei settori dell’informazione e della comunicazione” nel quale – al netto dei richiami alla legge 3 febbraio 1963, n. 69 sull’Ordinamento della professione di giornalista – non v’è traccia della parola “giornalista”.
È bene, inoltre, sottolineare che l’applicazione al giornalista del protocollo Uspi-Cisal non consente, ai fini Casagit, l’acquisizione dello status di socio contrattualizzato e, pertanto, non determina quei vantaggi fiscali che, invece, derivano dall’essere iscritto alla Casagit in ragione di un Cnlg firmato dalla Fnsi, sindacato fondatore della Cassa di assistenza sanitaria dei giornalisti italiani.
Affermare, poi, che il Protocollo Uspi-Cisal sia migliorativo anche per la qualifica di collaboratori della redazione appare evidentemente non corretto. Basti pensare che nel Cnlg sottoscritto con Uspi dalla Fnsi, e cessato a maggio scorso, era previsto un minimo retributivo di 1.300 euro lordi al mese, mentre nel protocollo Uspi-Cisal per il collaboratore redazionale sono previsti tre scaglioni che prevedono: 130 euro per almeno 2 collaborazioni; 250 euro per almeno 4 collaborazioni; 500 euro per almeno 8 collaborazioni.
È quindi di tutta evidenza che, sui nuovi assunti, il trattamento economico non possa definirsi “migliorativo” rispetto alla precedente regolamentazione contrattuale.
I giornalisti, ovviamente, sono liberi di prendere tutte le decisioni che ritengono più giuste e opportune. Suggeriamo, però, una attenta valutazione del percorso prospettato da CityNews, anche attraverso ampi confronti assembleari.
È comprensibile il timore, manifestato da alcuni colleghi che hanno contattato il sindacato, di provvedimenti ritorsivi, non escluso l’eventuale licenziamento. Va però ricordato che, stante l’emergenza Covid, i licenziamenti sono stati bloccati per legge fino al 31 gennaio 2021. Un motivo in più per opporre resistenza e pretendere dall’editore il riconoscimento del giusto inquadramento contrattuale per ciascun giornalista.