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Giornalisti minacciati 9 marzo 2023

Domani, Di Trapani: «La querela di Durigon rilancia l’urgenza di una legge contro le molestie alla libertà di stampa»

«Due carabinieri si presentano nella sede di un giornale per chiedere la stampa di un articolo che era disponibile a chiunque online. L’articolo serviva per essere allegato a una querela per diffamazione che, evidentemente, il querelante non aveva prodotto. Apparentemente la storia potrebbe concludersi così, con contorni che hanno del grottesco. Ma sarebbe un grande errore: la querela presentata dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, e il provvedimento di sequestro con il quale due Carabinieri sono entrati nella redazione de Il Domani, richiedono la massima attenzione da parte di tutti coloro che hanno a cuore la libertà di stampa». Lo scrive il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, in un commento pubblicato martedì 7 marzo 2023 sul sito web del quotidiano diretto da Stefano Feltri.

«Nel Paese – prosegue – si respira, a onor del vero non da oggi, un clima crescente di insofferenza nei confronti dell’informazione, e in particolare del giornalismo di inchiesta. La Fnsi sempre più spesso si trova ad affiancare giornaliste e giornalisti che devono fronteggiare querele bavaglio, che hanno il solo scopo di intimidire. Ed è bene ribadirlo una volta di più: queste forme di intimidazione “esercitate attraverso strumenti legali” (Osservatorio sul Giornalismo dell’AgCom) evidentemente colpiscono i giornalisti. Ma in realtà il prezzo più alto viene pagato dai cittadini, e dal loro diritto a essere informati, garantito dall’art.21 della Costituzione».

Aggiunge Di Trapani: «Nella stragrande maggioranza dei casi (7 volte su 10) le querele vengono archiviate ancor prima di arrivare a processo. Di quelle che effettivamente arrivano in aula di tribunale, 9 su 10 si concludono con l’assoluzione del giornalista. Basterebbero questi dati per spiegare perché è urgente approvare una legge che ponga fine a quella che è una molestia alla libertà di stampa. Per questo la Fnsi chiede da tempo l’approvazione di una norma di civiltà molto semplice: in caso di bocciatura, il querelante deve essere tenuto a pagare il 50% del risarcimento da lui richiesto. E sarebbe un segnale molto importante se questa somma venisse messa a disposizione di un fondo contro le querele e le azioni civili temerarie a disposizione dei precari, dei free lance, e di tutti coloro che non hanno un grande gruppo editoriale a proteggergli le spalle. Una norma contro i bavagli e la creazione di un Fondo per l’Art.21 della Costituzione».

Così come, incalza il presidente della Fnsi, «i fatti degli ultimi mesi dimostrano che per una tutela reale del diritto di cronaca è di assoluta urgenza intervenire sulle norme sulla presunzione di innocenza e sulla tutela del segreto professionale e delle fonti. Ed è arrivato il momento che su questi temi si costruisca una mobilitazione europea, insieme alla Federazione europea dei giornalisti, a tutela della libertà di stampa in Italia. In conclusione, a nome della Fnsi, voglio ribadire la totale solidarietà alla redazione de Il Domani. E ringraziare il Direttore, il Comitato di Redazione, tutte le giornaliste e i giornalisti del quotidiano per non aver piegato la schiena di fronte ad alcun tentativo di intimidazione. E anzi, di aver alzato la testa e la voce per avviare una campagna che, ci auguriamo, porti all’approvazione di norme a protezione della libertà di stampa. Mi rassicura la grande mobilitazione di queste ore: i messaggi, le mail, gli attestati di solidarietà. Perché vuol dire – conclude Di Trapani – che la comunità dei lettori de Il Domani ha ben compreso che questa è una lotta non solo e non tanto a difesa di una redazione, ma del loro diritto costituzionale a continuare a essere informati».

PER APPROFONDIRE
L’intervento integrale del presidente Di Trapani, pubblicato anche sull’edizione cartacea di Domani di mercoledì 8 marzo 2023, è disponibile a questo link.

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