Vita associativa 26 marzo 2019
«L’auspicio è che gli Stati generali dell’editoria inaugurati oggi siano davvero il più possibile partecipati. Per questo la Fnsi promuoverà una serie di incontri ai quali saranno chiamate a confrontarsi tutte quelle realtà associative che si muovono nel panorama dell’informazione e con le quali abbiamo condiviso nel recente passato iniziative per la libertà e i diritti. Un confronto che servirà a mettere a punto i contributi da portare ai tavoli governativi». Lo ha detto Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana, nel corso della conferenza stampa convocata nella sede del sindacato per fare il punto dopo l’apertura degli Stati generali dell’editoria insieme con associazioni, cooperative editoriali e con le realtà che non sono state invitate alla cerimonia di questa mattina.
Alla conferenza stampa hanno partecipato, fra gli altri, i rappresentanti di Alleanza delle Cooperative Italiane Comunicazione e Federazione italiana liberi editori; il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani; il direttore di Radio Radicale, Alessio Falconio; il segretario dell’Ucsi, Maurizio Di Schino; giornalisti e giornaliste del Manifesto, di Avvenire, di Articolo21, dell’associazione Giulia giornaliste, del Giornale radio sociale, del Sindacato cronisti romani.
«Il sindacato ha accolto con favore la disponibilità dell’esecutivo ad affrontare il tema nella sua globalità. È necessario che le parole di oggi si trasformino in atti che smentiscano quanto fatto finora dal governo, come i tagli che hanno colpito quelle voci che senza sostegno pubblico corrono il rischio di non potersi più esprimere. Senza intervento pubblico questo settore non può ripartire. Auspichiamo che l’attenzione data ad altri settori sia ora riservata anche all’editoria», ha ribadito Lorusso, che ha poi espresso vicinanza ai giornalisti delle agenzie di stampa e ricordato il caso del Comune di Roma che «vuole schedare i colleghi delle agenzie che lavorano in Campidoglio. Chi ha avuto questa idea farebbe bene a fare subito un passo indietro», ha rilevato.
«Il nodo centrale deve essere il lavoro. Non si può parlare di informazione senza parlare di qualità del lavoro. Di contrasto al precariato. Di buona occupazione. Senza lavoro regolare non si salva il sistema. Occorre coinvolgere professionisti, giuristi, ricercatori che contribuiscano a stilare provvedimenti normativi che siano validi anche in prospettiva futura», ha concluso il segretario generale.
«È necessario contrastate i tagli e i bavagli, intervenire contro le querele temerarie. Dirimente sarà la questione della rappresentanza: di chi rappresenta chi. E di chi non è stato invitato a partecipare agli Stati generali», ha rilevato il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti.
«Quando si vogliono cancellare i mediatori, i corpi intermedi – ha proseguito – si è fuori dalla costituzione senza referendum. Dobbiamo rivolgere un appello al Capo dello Stato. Chi vuole cancellare i giornalisti vuole cancellare il ruolo di chi fa le domande. Colpire il fondo per l’editoria significa indebolire le voci della diversità e del pluralismo».
Sul taglio del contributo pubblico all’editoria, hanno concluso Lorusso e Giulietti, «il sindacato chiederà una moratoria e intanto convocherà giuristi, costituzionalisti, studiosi chiamati anche ad approfondire le buone pratiche diffuse in altri Paesi».