Vertenze 24 novembre 2023
La segretaria generale della Fnsi Alessandra Costante, accompagnata dal segretario vicario Domenico Affinito, ha partecipato all’audizione convocata martedì 21 novembre 2023 dalla commissione Algoritmi presieduta da Giuliano Amato, che sta mettendo in campo le azioni per studiare le ripercussioni dell’intelligenza artificiale sull’editoria e, più in generale, sull’economia.
Due i temi posti in evidenza dai rappresentanti del sindacato dei giornalisti nel corso dell’incontro: l’impatto dell’impiego dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro e il potenziale impatto sul rapporto che lega media e vita democratica.
«Sul tema dell’intelligenza artificiale, di cui discutiamo da circa un anno, non vogliamo fare battaglie di retroguardia», ha esordito la segretaria generale Costante.
«Abbiamo la necessità di entrare nel futuro, ma – ha aggiunto – con solide garanzie sulla tenuta dei posti di lavoro e tenendo in debita considerazione che l’editoria è un settore industriale diverso dagli altri. Siamo convinti che i giornalisti debbano governare l’intelligenza artificiale e non esserne governati e che, quindi, occorra trovare il giusto equilibrio fra innovazione e responsabilità sociale».
Da qui le richieste del sindacato a istituzioni ed editori: la Fnsi chiede che, sul modello della riforma delle agenzie di stampa, «il Dipartimento per l’informazione e l’editoria ponga al centro il valore economico del giornalista, riducendo finanziamenti e sostegni a quelle aziende che per fare spazio all’intelligenza artificiale generativa sacrificano i posti di lavoro».
È inoltre fondamentale, ha rilevato Costante, che «ogni contenuto giornalistico prodotto dall’intelligenza artificiale, pubblicato sui giornali come su qualsiasi piattaforma di informazione sia contraddistinto da una ‘etichetta’ a tutela dei fruitori dell’informazione».
Infine, «chiediamo agli editori – ha concluso la numero uno del sindacato – un tavolo contrattuale per definire l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle redazioni: non può essere sufficiente la semplice autoregolamentazione da parte datoriale, serve il confronto con l’organizzazione sindacale che rappresenta i giornalisti tutti».