Vita associativa 2 novembre 2021
Per il sottosegretario con delega all’Editoria è «la realizzazione della volontà del governo e mia di tornare ad investire sull’intero settore». Per il segretario generale della Fnsi può essere l’inizio di un’inversione di tendenza, un primo passo.
Oggetto del contendere è il Fondo straordinario per l’editoria inserito in legge di Bilancio con uno stanziamento di 90 milioni per il 2022 e 140 per il 2023 che secondo il senatore Moles «andranno a sostenere in maniera determinante ed incisiva un settore fondamentale per la nostra democrazia. Ho deciso di istituire il fondo straordinario – spiega in una nota il sottosegretario – per supportare ed incentivare l’attività e gli investimenti delle imprese editoriali perché ritengo prioritario fornire loro tutti gli strumenti necessari per metterle nelle condizioni di rilanciarsi e guardare al futuro con maggiore serenità».
Per il segretario generale Raffaele Lorusso, «l’istituzione di un fondo straordinario per il settore può essere l’inizio di un’inversione di tendenza. Di questo va dato atto al sottosegretario Moles. Per parlare di vera e propria svolta è però necessario che il governo rivolga la propria attenzione anche al mercato del lavoro giornalistico e alla lotta al precariato dilagante».
Da questo punto di vista, incalza Lorusso, «la formulazione della norma inserita nella bozza di manovra rischia di aggravare la situazione, visto che l’unica occupazione che si vorrebbe sostenere è quella di non meglio definiti e identificati giovani professionisti qualificati nel settore dei nuovi media. Un’impostazione inaccettabile perché è impensabile destinare risorse pubbliche alle imprese per sostenere l’innovazione senza prestare attenzione al lavoro dei giornalisti, sempre più precario e calpestato nei diritti fondamentali».
Per il segretario della Fnsi, «è auspicabile, pertanto, che il sottosegretario Moles, che ha sempre manifestato interesse e sensibilità a questi temi, intervenga per apportare necessarie e inevitabili modifiche che rimettano al centro il lavoro regolare e il rispetto delle regole. Deve essere questo – conclude – il primo passo verso l’apertura di un tavolo permanente per la riforma della legge per l’editoria».