Vertenze 28 maggio 2024
«Cinque anni fa, la direttiva europea Damun del 17 aprile 2019 ha stabilito un diritto correlato per gli editori di giornali per consentire loro di ottenere un compenso per il riutilizzo delle loro pubblicazioni da parte dei servizi di comunicazione pubblica online. In questo contesto, il legislatore europeo ha esplicitamente previsto che una parte di questa remunerazione versata dalle piattaforme Internet agli editori di giornali debba essere destinata a giornalisti e altri autori che contribuiscono al contenuto delle pubblicazioni di carattere giornalistico». Lo ricorda il sindacato francese Snj-Cgt in una nota pubblicata sul suo sito web lunedì 27 maggio 2024 e sottoscritta anche dalle sigle Cfdt-Journalistes, Sgj, Sgj-Fo, Scam, Adagp, Upp e Saif.
«Da allora – prosegue il comunicato congiunto – sono stati conclusi una dozzina di contratti tra parte della stampa francese e giganti digitali come Google e Facebook. Questi accordi, raggiunti dopo lunghe trattative durante le quali gli editori hanno spesso criticato il comportamento e la mancanza di trasparenza delle piattaforme, hanno permesso alla stampa di ricevere nuovi ricavi. Tuttavia, i giornalisti e gli altri autori che creano il contenuto delle pubblicazioni di carattere giornalistico continuano a non ricevere la quota che gli spetta».
I sindacati aggiungono: «Abbiamo partecipato alla lotta che ha permesso di ottenere questo nuovo diritto nel Parlamento europeo e abbiamo accolto con favore la creazione della legge che lo ha istituito. Ma sei anni dopo, è evidente che l’obiettivo non è stato raggiunto. Gli editori si erano impegnati a dividere le somme non appena le avessero ricevute, troppi di loro non hanno mantenuto la parola. Queste ragioni ci inducono ad accogliere con favore il disegno di legge proposto dal deputato Laurent Esquenet-Goxes volto a garantire l’effettività dei diritti di stampa connessi. Auspichiamo inoltre che sia integrato da obblighi di trasparenza simmetrici per gli editori e le agenzie di stampa nei confronti degli autori. Tale trasparenza deve essere dovuta sin dalla fase negoziale e non solo a posteriori, sotto forma di responsabilità, e deve essere accompagnata da sanzioni in caso di inadempienza».
La nota si chiude con alcune proposte e considerazioni: «In assenza di accordi soddisfacenti nell’ambito dell’attuale quadro giuridico, anche la legge dovrebbe essere migliorata, determinando un tasso di ripartizione tra autori ed editori, come avviene ad esempio in termini di licenze radiofoniche legali tra artisti musicali e produttori fonografici, in questo caso 50/50. Affinché i negoziati proseguano correttamente, è necessario un quadro legislativo rigoroso. L’incertezza economica, i pericoli che gravano sull’informazione e le nuove sfide legate all’intelligenza artificiale richiedono una risposta rapida. È inconcepibile che gli autori non beneficino di una giusta ed equa parte della ricchezza che hanno creato, questa è giustizia elementare!».