Vertenze 17 ottobre 2024
Licenziamenti alla Gazzetta del Mezzogiorno. Edime, la società di proprietà degli imprenditori Antonio Albanese e Vito Miccolis, che pubblica il quotidiano, ha infatti avviato una procedura di licenziamento collettivo che ha come obiettivo il taglio di 29 giornalisti e di 23 poligrafici. Una decisione comunicata via mail ai sindacati nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 16 ottobre 2024, alla vigilia di un tavolo di crisi convocato dalla Regione Puglia, tavolo che avrebbe dovuto trovare soluzioni alla crisi del giornale che va avanti da anni.
«Invece, la proprietà ha deciso di continuare unilateralmente sulla strada dei licenziamenti, dopo che un anno fa furono scongiurati grazie proprio all’impegno del sindacato che firmò un accordo sulla cassa integrazione per una parte della redazione», denunciano in una nota congiunta Federazione nazionale Stampa italiana, Associazione della Stampa di Puglia e Associazione della Stampa di Basilicata.
«Come sindacato – incalzano – riteniamo inaccettabile questo comportamento da parte dell’azienda che ha di fatto cancellato l’utilità del tavolo regionale, infischiandosene quindi della disponibilità al confronto offerta dalle Regioni (erano presenti anche i rappresentanti della Basilicata) e dal sindacato. Ricordiamo inoltre che Edime riceve robusti contributi pubblici per sostenere la propria attività e che quindi prima di mettere in atto azioni così traumatiche dovrebbe cercare soluzioni alternative: cosa ne pensa il sottosegretario all’editoria Alberto Barachini?».
Il sindacato «non si sottrarrà al confronto ai tavoli aziendali e istituzionali, rimarcando le mancanze dell’azienda, in particolare di un piano di rilancio vero per un quotidiano radicato in regioni importanti come Puglia e Basilicata, e chiede il ritiro immediato dei licenziamenti, perché – concludono Fnsi e Associazioni di Stampa – non si tratta sotto minaccia».
In un successivo comunicato, anche il Comitato di redazione chiede che la procedura di licenziamento collettivo sia ritirata dall’azienda e, «tenuto conto del lavoro congiunto tra il Cdr, le Assostampa e la Fnsi che solo un anno fa ha consentito di evitare scelte drammatiche con un accordo sottoscritto da tutte le parti, tra cui Edime e il ministero del Lavoro», auspica che si torni «ai tavoli di concertazione in continuità con il lavoro congiunto nel 2023 che ha consentito di sventare ben 46 licenziamenti».
L’alternativa a un accordo è «lasciare nel dramma sociale e reddituale 29 giornalisti con le loro famiglie», concludono i rappresentanti sindacali del quotidiano.