Vertenze 20 maggio 2019
«La morte di un giornalista deve essere un fatto che riguarda tutti. Nel processo ormai alle battute finali per la morte di Andy si sente spesso dire “ma c’era la guerra”. Invece si deve ribadire che la morte di un giornalista non deve essere considerata come un effetto collaterale delle guerre.
Spero che il sacrificio di mio figlio serva a garantire l’incolumità di ogni cronista, affinché in futuro chi uccide non possa farla franca». È l’appello di Elisa Signori mamma di Andrea Rocchelli, che insieme al marito Rino, ha partecipato all’incontro “Cinque anni senza Rocchelli. Manifesto per il fotogiornalismo” che si è svolto all’Accademia di Belle Arti di Napoli, organizzato dal Sindacato unitario giornalisti della Campania e dalla Federazione della Stampa italiana per ricordare il giovane fotoreporter ucciso in Ucraina nel 2014 e per lanciare la “Carta di Napoli. Diritti e doveri del giornalista per immagini”. Un decalogo rivolto a tutti i soggetti coinvolti nel prodotto editoriale per la salvaguardia della qualità dell’informazione e la sua pluralità, una carta per tutelare una professione, quella del giornalista per immagini, che «è stata travolta dall’avvento del digitale e dei social network, ma che rappresenta una risorsa primaria e formidabile, indispensabile, per la sopravvivenza del giornalismo stesso». Alla giornata hanno partecipato il segretario del SUGC Claudio Silvestri, il presidente e il segretario generale della FNSI, Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso, il segretario dell’Ordine nazionale dei Giornalisti Guido D’Ubaldo, la responabile dell’organizzazione dell’evento e dirigente del SUGC, Roberta De Maddi, delegazioni dei sindacati regionali dei giornalisti dalla Lombardia, dal Trentino, dal Veneto e dall’Emilia-Romagna.
In anteprima Loris Mazzetti ha presentato il servizio dedicato a Rocchelli che andrà in onda il 9 Giugno su Raitre nel corso del programma “L’ora di legalità”.