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Vita associativa 4 settembre 2015

Il segretario Borriello apre la Summer School dell’Ucsi a Casal di Principe

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Armando Borriello, Francesco Cananzi, Rosasia Capacchione, Orazio Rossi e Luigi Ferraiuolo
Il segretario del SUGC Armando Borriello, in rappresentanza della FNSI, ha aperto con il suo intervento la Summer School organizzato dall’Ucsi a Casal di Principe: “Giornalismo investigativo in terre di mafia”, evento di tre giorni che rientra nel programma di formazione dell’Ordine degli giornalisti della Campania.
L’intervento introduttivo
“Innanzitutto voglio ringraziare per l’invito gli organizzatori di questa Summer School 2015: l’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) di cui il collega Luigi Ferraiuolo è autorevole membro della giunta nazionale e punto di riferimento in Campania; e il consorzio Agrorinasce con il suo amministratore delegato Giovanni Allucci.
   Entrambi, in sinergia con i sindaci, hanno voluto fortemente questo seminario dal tema “Il giornalismo investigativo in terre di mafia” che la Federazione nazionale della stampa, il sindacato dei giornalisti italiani, attraverso il suo segretario generale, Raffaele Lorusso, e del compianto presidente Santo Della Volpe, ha volentieri patrocinato.
  Ma  oggi, più che rappresentare la Fnsi in qualità di segretario del Sindacato unitario dei giornalisti della Campania, mi piace essere qui da vecchio giornalista del Mattino testimone di quei terribili anni in cui camorra e mafia spadroneggiavano nella nostra regione. E, naturalmente, testimone di quel 23 settembre del 1985, 30 anni fa, in cui fu ucciso Giancarlo Siani. Da allora, da quella tragica sera, Giancarlo è diventato il simbolo, la bandiera di noi giornalisti  campani. E per centinaia di giovani è oggi esempio di coraggio e oggetto di ammirazione.
  Da allora, quella camorra si è trasformata, ha cambiato faccia: non più solo killer e sangue, ma subdola holding di affari, spesso alleata con altri poteri politici ed economici, e proprio per questo camuffata e pericolosa. E, quindi, più difficile da individuare e colpire anche da parte di giornalisti coraggiosi. Non parlo dei nomi più noti, ma di centinaia di colleghi che ogni giorno sfidano con le loro inchieste clan e caste locali.
  Parlano le fredde cifre: in Italia, solo nei primi sei mesi di quest’anno 206 le vittime di intimidazioni e minacce. Tra il 2006 e il 2014 oltre 2300 i casi di violenze denunciate.
  Ma la reazione di semplici cittadini, magistrati, forze dell’ordine, giornalisti, sacerdoti, imprenditori, ha fatto sì che lo Stato e le istituzioni come i Comuni e la Chiesa abbiano cominciato a contrastare con efficacia la camorra, creando le premesse per confische di aziende e immobili frutto di malavita, destinandoli a associazioni e consorzi perché si avvii una spirale virtuosa. E di questo bisogna dare atto a sindaci e imprenditori coraggiosi, oggi protagonisti di questa Summer School.
  Dopo Siani, altre centinaia di colleghi hanno vissuto sulla propria pelle minacce, aggressioni, umiliazioni, soprusi, e alcuni di loro ancora oggi sono “ostaggi” delle proprie scorte armate in una sorta di vita sospesa. A queste centinaia di giornalisti che operano ogni giorno con coraggio, tenacia e professionalità nelle terre di mafia, la Fnsi e il Sindacato unitario giornalisti della Campania vogliono rendere omaggio, qui oggi: non arrendetevi mai perché non siete soli”.

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