Vita associativa 2 dicembre 2016
Il Consiglio di amministrazione dell’Inpgi ha approvato – per il quarto anno consecutivo – l’erogazione di un importo una tantum sulle tredicesime, utilizzando l’apposito Fondo di perequazione costituito in occasione del rinnovo del Contratto nazionale di lavoro giornalistico del 2009 e alimentato con un contributo di 5 euro mensili versato dai giornalisti attivi.
Nonostante la diminuzione degli occupati, il Comitato tecnico Fnsi/Inpgi che si occupa della gestione del Fondo di perequazione, nella riunione del 25 novembre scorso ha proposto di adottare gli stessi criteri dell’anno precedente:
Pensionati diretti: “Una tantum” pari a 2mila euro lordi alle classi di importo pensionistico fino a 2.500 euro lordi mensili (beneficiari circi 482 rispetto ai 439 dell’anno precedente);
Pensionati superstiti: “Una tantum” pari a 1.500 euro lordi alle classi di importo pensionistico fino a mille euro lordi mensili riferiti all’intero nucleo (beneficiari circa 33 rispetto ai 51 dell’anno precedente).
«Nel 2016 – fa notare l’Istituto – complessivamente 25 pensionati in più beneficeranno della suddetta erogazione. Poiché il Fondo di perequazione ha lo scopo di contribuire alla perdita di potere d’acquisto che subiscono i trattamenti pensionistici nel corso del tempo, l’erogazione sarà applicata alle pensioni in essere alla data del 31 dicembre 2015».
Dall’erogazione sono stati inoltre esclusi i seguenti trattamenti:
«Si tratta di una decisione volta a tutelare i redditi più bassi e resa possibile grazie alla solidarietà intergenerazionale derivante dal contributo degli attivi», ha commentato la presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni.
Mentre il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso ha rilevato: «Era tutto previsto e non è mai stato in discussione: la solidarietà intergenerazionale nella categoria funziona. Il pagamento della perequazione alle pensioni più basse, grazie al contributo dei giornalisti contrattualizzati, così come quello della rata dell’ex fissa, rappresenta una brutta notizia per gli spacciatori di falsità e per i professionisti della mistificazione, fortunatamente pochi, che nei mesi scorsi si sono lanciati in insulti personali contro i vertici di Fnsi e Inpgi e in profezie di catastrofi prontamente smentite dai fatti, al solo scopo di tentare, ovviamente senza riuscirci, di delegittimare i gruppi dirigenti della categoria. Questa vicenda, esattamente come quella dell’ex fissa, dà l’esatta dimensione della serietà e dell’attendibilità di chi, servendosi della rete, sparge fango e diffonde veleni per costruirsi una credibilità che non ha mai avuto».