Giornalisti minacciati 6 agosto 2015
Abbiamo denunciato alla Procura e abbiamo chiesto l’intervento degli ispettori del lavoro per un editore che, come tanti in Campania, pensa di poter fare a meno delle regole.
La collega dopo un lungo periodo di lavoro al nero è stata assunta con regolare contratto, ma non solo non le sono stati versati gli stipendi, le è stato chiesto di pagare la quota aziendale di Inpgi e Casagit. Al giusto rifiuto, la giornalista è stata aggredita e cacciata dalla redazione (non licenziata).
Esistono imprenditori (se così si possono chiamare) che nella nostra regione gestiscono aziende editoriali ignorando leggi e contratti. Che ricattano i colleghi con l’odioso spauracchio dell’assenza di alternative. Che terrorizzano i giovani giornalisti con la minaccia che una denuncia nei confronti del datore di lavoro rappresenti un’onta che possa compromettere future assunzioni.
Ai colleghi diciamo che non è così, perché un lavoro senza stipendio non è un lavoro, e un imprenditore che strozza i colleghi non è un imprenditore.
Per troppi anni questi sedicenti editori hanno potuto fare i loro comodi. È inaccettabile. Questo sistema delinquenziale va disarticolato. Il Sindacato unitario dei giornalisti campani (SUGC) seguirà e sosterrà in ogni passo la collega che ha deciso di non piegarsi al ricatto. E vigilerà e denuncerà i soprusi. La ricreazione è finita.