Vertenze 28 dicembre 2018
L’editore de La Città di Salerno minaccia ancora licenziamenti collettivi. È la terza volta in meno di due anni. Questo nonostante i grandi sacrifici che la redazione è stata costretta a fare per garantire l’uscita del giornale, prima con un accordo che ha inciso pesantemente sugli stipendi, poi con un’ulteriore riduzione del costo del lavoro grazie ad un contratto di solidarietà ancora in essere. Nonostante questo, una redazione di soli tredici giornalisti dipendenti riesce a garantire un prodotto eccellente che rappresenta il secondo quotidiano locale in Campania per numero di copie vendute e che di fronte alla crisi devastante del mercato dell’editoria riesce a reggere. Il Sindacato unitario giornalisti della Campania e la Federazione nazionale della stampa italiana sono e saranno al fianco dei colleghi in tutte le iniziative di lotta per garantire i livelli occupazionali.
IL COMUNICATO DELL’ASSEMBLEA DEI REDATTORI
La Edizioni Salernitane srl ha comunicato ieri l’intenzione di procedere a una “riduzione strutturale dei posti di lavoro”, dando il via alle procedure di licenziamento. La decisione aziendale giunge dopo che dallo scorso gennaio i giornalisti e i poligrafici de “la Città” hanno accettato un contratto di solidarietà che ha comportato enormi sacrifici in termini sia economici che professionali. L’assemblea dei redattori ritiene inaccettabile il continuo ricorso da parte dell’azienda a minacce di licenziamento, tanto più a fronte della grande disponibilità dimostrata dai lavoratori sia nell’accettare le forti decurtazioni sullo stipendio, sia nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi aziendali. L’assemblea contesta inoltre i dati contabili presentati dall’azienda (dai quali, comunque, si evince una forte incidenza sul passivo dei costi sostenuti per nuove operazioni editoriali rispetto alle quali la redazione aveva sollevato perplessità) e fa rilevare che dal conto economico depositato in Camera di commercio risulta al 31 agosto 2018 un utile di esercizio che è evidentemente frutto del risparmio sulle spese per il personale e ha consentito di assorbire tutte le perdite di esercizio dichiarate al 31 dicembre 2017, ottenendo anche un margine di attivo. Non trovano quindi alcuna giustificazione le ulteriori politiche di ridimensionamento annunciate dall’azienda, che ha già risparmiato sul costo del lavoro circa 350mila euro. L’assemblea ritiene pertanto che non possano essere richiesti ulteriori sacrifici ai giornalisti, i quali peraltro continuano a garantire la qualità del prodotto sobbarcandosi un orario di lavoro oltre i limiti del contratto di solidarietà.
Si ribadisce inoltre che l’azienda non ha dato risposta a nessuna delle richieste formulate nei mesi scorsi circa la composizione della compagine societaria e le modalità con cui sono state calcolate le giornate di solidarietà, modalità che tuttora presentano discrepanze rispetto ai fogli di presenza.
Alla luce degli ultimi, inattesi sviluppi, l’assemblea ribadisce lo stato di agitazione e affida al Cdr la gestione di un pacchetto di cinque giorni di sciopero.