Giornalisti minacciati 25 marzo 2022
L’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov ha presentato venerdì 25 marzo, in Procura a Roma, un esposto per istigazione a delinquere ed apologia di reato in relazione ad un articolo pubblicato il 22 marzo scorso su La Stampa, colpevole – a suo dire – di aver agito fuori dall’etica e dalla morale e dalle regole del giornalismo.
«Fra le assurdità e le contraddizioni della guerra – osserva Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – rientra a pieno titolo anche l’iniziativa dell’ambasciatore russo in Italia, che invoca i principi dello Stato di diritto, quotidianamente calpestati dal governo del suo Paese, per punire il giornalista della Stampa Domenico Quirico».
Per Lorusso, «l’esposto depositato in Procura a Roma, destinato a non approdare a nulla perché nell’articolo “incriminato” non c’è scritto nulla di quanto afferma l’ambasciatore, non fa altro che confermare, qualora ce ne fosse stato bisogno, quale sia l’atteggiamento dei rappresentanti del governo di Mosca nei confronti dei giornalisti e del loro lavoro».
Incalza il segretario della Federazione nazionale della Stampa italiana: «Pensare di mettere a tacere la stampa italiana con iniziative pretestuose e dal sapore intimidatorio è inutile e controproducente, anche perché in Italia le querele temerarie contro i giornalisti, complice l’inerzia di Parlamento e governo, sono quasi uno sport nazionale».
L’esposto dell’ambasciatore, conclude Lorusso, «rende semmai sempre più necessaria la presenza dei media italiani e occidentali in Russia per smontare la propaganda del regime e dare voce a quanti nel Paese, non soltanto giornalisti indipendenti, cercano di dar corpo al dissenso contro la guerra all’Ucraina e l’azione del governo».
Sulla vicenda interviene anche il Comitato di redazione del quotidiano. «L’esposto dell’ambasciatore russo contro la Stampa ed il collega Domenico Quirico, a cui va tutto il nostro appoggio e la nostra solidarietà – rilevano i rappresentanti sindacali -, è un attacco pretestuoso e infondato: è un grave atto intimidatorio contro la nostra testata e contro la libertà di stampa che respingiamo con tutta la nostra forza. La Federazione russa, Paese dove la libertà di stampa è quotidianamente osteggiata, negata e repressa anche con azioni violente, non può essere certo d’esempio. Fermi piuttosto subito la guerra, la smetta di uccidere donne, uomini e bambini come sta facendo da oltre un mese in Ucraina».