Inpgi 30 giugno 2021
«Invece di parlare di commissariare l’Inpgi o di assorbirlo nell’Inps parliamo di lavoro, di come renderlo meno precario, di come restituirgli dignità. Parliamo prima di lavoro e poi di previdenza, perché senza il primo non ci può essere la seconda». Così il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, aprendo la conferenza stampa convocata davanti al ministero del Lavoro per tornare a chiedere al governo “un patto per l’informazione”, un confronto a tutto campo sulle criticità del settore.
«Non stiamo protestando contro qualcuno. Da parte nostra – ha aggiunto Lorusso – non ci sono chiusure preconcette, ma indicazioni chiare sui temi da trattare: abolire i cococo, definire l’equo compenso per i lavoratori autonomi, più lavoro regolare, meno pensionamenti anticipati. E ancora: nulla hanno fatto governo e parlamento per abolire il carcere per i cronisti, contro le querele bavaglio o per la tutela delle fonti, tanto meno per accompagnare il settore dell’emittenza locale nella nuova era digitale. Ce n’è abbastanza per sedersi con il governo attorno a un tavolo e parlare».
La presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, ha rivendicato il ruolo dell’Ente negli anni in termini di sostegno al settore e ricordato la recente delibera adottata dal Cda dell’Istituto, «nel rispetto della legge», contenente alcune misure che concorrono al riequilibrio della gestione. «Non sono sufficienti, lo sappiamo. L’unica soluzione per riportare i conti in ordine – ha ribadito – è l’ingresso di nuovi contribuenti. Abbiamo presentato diverse proposte al governo, ma finora non c’è stato un vero confronto. Da parte della politica non c’è interesse a lasciare che l’Inpgi continui a fare il suo lavoro in difesa dell’autonomia della categoria. Ma assorbire l’Inpgi dentro l’Inps non è la soluzione: è la cancellazione della professione».
A Mattia Motta e Anna Del Freo, segretari aggiunti della Federazione nazionale della Stampa italiana, il compito di fare il punto sullo stato della professione, sempre più precarizzata sotto la maschera di un finto lavoro autonomo, dentro e fuori dalle redazioni, dove gli editori fanno di tutto per ridurre sempre più il numero dei giornalisti lavoratori dipendenti. Ed Elisa Marincola ha ricordato la mobilitazione di Articolo21 per lunedì 12 luglio alla Casa Internazionale delle Donne.
«Se il presidente dell’Inps ci offre il bengodi ci convochi subito. Ma attenzione: non credo sia così e anche all’interno della categoria c’è chi su questo racconta balle ai colleghi», ha esordito il presidente Giulietti, che ha poi rinnovato la richiesta al premier Draghi di convocare i rappresentanti dei giornalisti per parlare del futuro dell’informazione. «Il presidente del Consiglio apra il confronto sui temi della libertà di stampa in questo Paese, perché senza l’autonomia garantita dall’Istituto di previdenza, senza misure contro querele bavaglio e precariato, l’Italia rischia di scivolare ancora più in basso nelle classifiche internazionali».
Oggi, ha evidenziato, «siamo davanti al ministero del Lavoro, ma ci rivolgiamo a tutti i ministri. La nostra è una richiesta urgentissima: servono interventi per dare piena attuazione all’articolo 21 della Costituzione, per la salvaguardia dell’Inpgi, per la tutela del lavoro, per difendere il segreto professionale, per liberare la Rai dai partiti, per una riforma complessiva del settore. Questa – ha concluso Giulietti – non è una battaglia corporativa, ma una battaglia di civiltà, per il diritto dei cittadini ad essere informati».
Al termine della conferenza stampa il segretario Lorusso, il presidente Giulietti e la presidente Macelloni sono stati ricevuti dal Capo di gabinetto del ministro Orlando, Elisabetti Cesqui.