Dettaglio Post

Formazione Vita associativa 16 aprile 2025

Le difficoltà dei giornalisti lavoratori autonomi al centro di un seminario al Sugc

La situazione dei giornalisti lavoratori autonomi, che con un’età media di 50 anni e uno stipendio medio inferiore ai 20 mila euro annui rappresentano la componente più fragile della categoria dei giornalisti, è stata al centro del corso di formazione ‘La Casagit mutua sanitaria dei giornalisti: tutela della salute e nuovo Welfare anche per i freelance’, svoltosi martedì 15 aprile 2025 nella sede del Sugc a Napoli.

Obiettivo dell’iniziativa, organizzata dalla Commissione lavoro autonomo nazionale della Federazione nazionale della Stampa italiana in collaborazione con il sindacato regionale, Casagit e Inpgi, quello di fornire ai partecipanti informazioni e chiarimenti sulle prestazioni erogate dalla cassa mutua.

Ai lavori, moderati dalla segretaria del sindacato campano Geppina Landolfo e dal segretario aggiunto Fnsi Claudio Silvestri, ha preso parte fra gli altri Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione della Stampa, che ha sottolineato la necessità che la Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti italiani faccia solidarietà nei confronti dei colleghi lavoratori autonomi: «Casagit deve trovare piani sanitari adatti a loro e garantire la massima copertura sanitaria».

Gianfranco Giuliani, presidente Casagit, ha aggiunto: «Casagit da fondo chiuso, riservato ai giornalisti contrattualizzati, si è aperta con un’offerta sempre più ampia per i freelance. Questo lo abbiamo realizzato in collaborazione con Inpgi, e oggi sono oltre 5 mila i colleghi che hanno l’assistenza di Casagit attraverso l’accordo con Inpgi con due piani sanitari dedicati e con l’offerta di altri piani aperti al mercato e aperti anche ai freelance».

Roberto Ginex, presidente dell’Inpgi, si è soffermato sul problema dei bassi compensi e le ripercussioni sulle pensioni: «I giornalisti autonomi co.co.co. sono quelli che hanno maggiori difficoltà. A compensi minimi corrisponderanno inevitabilmente pensioni basse»

iscriviti alla newsletter