Pari opportunità 5 marzo 2019
Miriam Mafai è stata la prima presidente donna della Federazione nazionale della Stampa italiana, una donna, una giornalista che ha fatto del riconoscimento dei diritti di tutti il filo conduttore della sua vita. Per questo obiettivo si è spesa attraverso lo strumento che sapeva usare meglio: la parola. Nella prima parte della sua vita con la parola “parlata”, al tempo dei comizi, degli incontri di partito, dei confronti politici, e, più tardi, quella “scritta”, quando si dedicò in modo pieno e appassionato alla carta stampata. Di Miriam Mafai si parlerà nel corso dell’incontro in programma martedì 12 marzo alle 17,30 nella sede del Sindacato unitario giornalisti Campania (via Cappella Vecchia 8B, Napoli). L’incontro è organizzato nell’ambito delle manifestazioni organizzate dalla Commissione pari opportunità del SUGC per le giornate di marzo dedicate alla donna.
Interverranno Lidia Luberto (autrice del libro a lei dedicato), Claudio Silvestri segretario del Sindacato unitario giornalisti Campania, Gerardo Ausiello consigliere nazionale Fnsi, Titta Fiore, giornalista, e la presidente della Cpo Cristina Liguori.
Per Miriam Mafai l’attività di giornalista è stata la realizzazione non solo professionale ma anche umana della sua vita. Dopo il debutto con “Vie nuove” come corrispondente da Parigi, passò all’Unità, ma presto la lasciò per dirigere “Noi donne”, quindi venne assunta a Paese Sera, finché non approdò a Repubblica di cui è stata fra i fondatori.
Da giornalista aveva intravisto i mali e i pericoli di questa professione, come aveva intuito i rischi di una società fondata sull’apparire, sulla propaganda, sulla pubblicità. Da qui la critica ad un certo sistema di informazione, allo strapotere degli editori e della politica su un’attività che stava progressivamente perdendo la sua integrità.
Allo stesso modo denunciò, in particolare, le difficoltà che le donne incontravano nello svolgere la professione di giornalista e nel veder riconosciuta una effettiva parità di occasioni e opportunità.
Per Mafai il giornalismo fu, comunque, una sorta di “arte laica”, fondata sul culto della verità, sempre e comunque, persino quando questa finiva per collidere con le proprie opinioni. Del suo mestiere ebbe una visione rigorosa, alta, ma anche, per certi versi disincantata, come racconterà in una pubblicazione intitolata proprio “Il giornalista”.