Vita associativa 29 ottobre 2018
«L’irrobustimento delle voci espressive di identità e realtà rappresenta un servizio reso alla intera comunità della Repubblica: il pluralismo e la libertà delle opinioni sono condizioni imprescindibili per un Paese civile, come afferma la nostra Costituzione». Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Servizio informazione religiosa in occasione dei trent’anni dalla fondazione.
In tre decenni di vita, prosegue il Capo dello Stato, l’agenzia di stampa «si è conquistata, da parte degli operatori dell’informazione e dell’intera società italiana, rispetto e credibilità nell’esercizio della sua missione di veicolare nel vasto mondo dei media, vecchi e nuovi, l’informazione relativa alla Chiesa cattolica italiana e la osservazione delle vicende del Paese nel solco del giornalismo di ispirazione cristiana».
Fnsi e Ordine: «Grazie presidente. Non assisteremo in silenzio a questa offensiva contro la libertà di informazione»
«”Il pluralismo e la libertà di opinione sono condizioni imprescindibili per un Paese civile, come afferma la nostra Costituzione”. La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Ordine nazionale dei giornalisti ringraziano il presidente Mattarella che, per la quarta volta nel giro di pochi giorni, ha sentito il bisogno di richiamare l’attenzione collettiva sul valore della libertà di informazione, architrave di ogni ordinamento democratico. Parole, le sue, ancora più significative perché racchiuse nel messaggio inviato alla Sir, agenzia di informazione religiosa, a qualche ora dall’annuncio della chiusura dei fondi di garanzia a sostegno del pluralismo editoriale e dai reiterati attacchi contro giornalisti e giornali del gruppo Gedi. Non assisteremo in silenzio a questa offensiva contro l’articolo 21 della Costituzione e contro la pluralità delle voci e, nelle prossime ore, proporremo a tutte le parti sociali e a tutte le associazioni interessate alla tutela del diritto ad informare e ad essere informati di promuovere tutte le iniziative necessarie a contrastare un disegno intollerante e intollerabile». Lo affermano, in una nota, Fnsi e Ordine dei giornalisti.
PER APPROFONDIRE
Di seguito il messaggio del presidente Mattarella in occasione dei 30 anni della Agenzia Sir.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dei 30 anni della Agenzia Sir ha inviato al direttore, Vincenzo Corrado, il seguente messaggio:
«In tre decenni di vita l’agenzia di stampa Servizio Informazione Religiosa si è conquistata, da parte degli operatori dell’informazione e della intera società italiana, rispetto e credibilità nell’esercizio della sua missione di veicolare nel vasto mondo dei media, vecchi e nuovi, l’informazione relativa alla Chiesa Cattolica italiana e la osservazione delle vicende del Paese nel solco del giornalismo di ispirazione cristiana.
A quanti ogni giorno sono impegnati in questa esperienza, a narrare, analizzare criticamente le vicende della nostra vita politica e istituzionale, a evidenziare le pratiche delle forze vive che caratterizzano l’Italia, va il mio saluto augurale.
Voce autorevole della Conferenza episcopale, il Sir, con la sua attività, svolge una attenta e puntuale opera di raccordo con le diocesi italiane e, tramite la rete dei settimanali locali, interpreta il territorio nazionale in un’ottica peculiare.
Un’opera che si allarga anche al resto dell’Europa e alle zone del mondo più remote ed escluse, favorendo il diritto all’espressione e alla conoscenza.
Uno sforzo quotidiano che merita apprezzamento.
L’irrobustimento delle voci espressive di identità e realtà rappresenta un servizio reso alla intera comunità della Repubblica: il pluralismo e la libertà delle opinioni sono condizioni imprescindibili per un paese civile, come afferma la nostra Costituzione.
In questo spirito desidero esprimere l’augurio che il vostro lavoro continui ad essere un contributo importante a una corretta informazione basata sul rispetto reciproco e sulla affermazione dei diritti della persona e delle comunità, valori su cui si fonda la nostra convivenza».