Sentenze 28 luglio 2023
«Una giornalista “letteralmente espropriata del contenuto centrale delle sue mansioni” in occasione del suo periodo di maternità obbligatoria. Un periodo particolarmente delicato per tutte le mamme e, in questo caso, per una collega, che è stato usato “svuotando il ruolo e la professionalità” e “relegandola al ruolo di mera correttrice di bozze”. Una situazione, durata “ad oggi oltre 26 mesi”, sulla quale non ci sono stati interventi, nonostante “le notevoli sollecitazioni” verso il caporedattore competente e verso il direttore responsabile. Una società che “ha ritenuto di non dovere modificare la linea intrapresa durante l’assenza della ricorrente nel periodo della maternità”. Non parliamo, purtroppo, dell’Italia degli anni ’50, ma citiamo solo alcuni significativi passaggi di una sentenza del tribunale di Milano, con la quale Il Sole 24 Ore il 24 luglio scorso è stato condannato all’immediata cessazione di un comportamento discriminatorio nei confronti di una nostra collega, oltre a un importante risarcimento dei danni professionali e d’immagine».
È quanto scrive, in una nota pubblicata anche sul sito web del giornale venerdì 28 luglio 2023, il Comitato di redazione del Sole 24 Ore.
«Il 30 gennaio scorso, esattamente sei mesi fa – prosegue il Cdr –, il Gruppo 24 Ore è stato il primo gruppo editoriale italiano ad ottenere la Certificazione sulla parità di genere. Questa sentenza dimostra che in questi mesi, oltre a lavorare sulla comunicazione esterna, sarebbe servita, e servirebbe, maggiore attenzione dell’azienda e della direzione a quello che accadeva all’interno della redazione. E sarebbe servito, e servirebbe, maggiore ascolto: gli appelli del Comitato di redazione, su questa e purtroppo su altre vicende, sono rimasti troppo spesso inascoltati. I fatti che in questi giorni riguardano i colleghi di Radio 24 ne sono solo l’ennesimo esempio. Le relazioni sindacali, negando la nostra storia, sono state ridotte a un flusso unilaterale, nel quale l’azienda parla e i dipendenti recepiscono. E ora tutti ne paghiamo il prezzo».
Sulla vicenda interviene anche la Commissione pari opportunità della Fnsi. «Giornalista denuncia una condotta discriminatoria dopo la maternità e il giudice del lavoro le dà ragione. La Cpo – si legge in una nota – commenta con soddisfazione la sentenza del Tribunale ordinario di Milano, sezione del Lavoro, del 24 luglio 2023 che accoglie il ricorso della collega giornalista del Sole 24 Ore. Il giudice nella sentenza ordina che cessi il comportamento discriminatorio nei confronti della professionista e stabilisce che venga riassegnata alle mansioni pregresse, condannando la società editrice anche a un risarcimento economico». Per la Cpo si tratta di «una sentenza importante, che dà fiducia anche a tutte le lavoratrici».
Di sentenza «lunare» parla Mirja Cartia d’Asero, ad del Il Sole 24 Ore spa, che nella replica al Cdr annuncia: «Proporremo tutte le azioni giudiziali per sovvertirla in quanto riteniamo vi siano numerosi profili non ancora adeguatamente valutati dal giudice».