Vita associativa 29 gennaio 2015
Intervento del segretario del SGC Armando Borriello al congresso della FNSI
È passato quasi un anno da quando la Campania – terza in Italia per numero di iscritti dopo la Lombardia e il Lazio – è stata cacciata dalla Federazione della stampa.
Da quasi un anno 10.500 giornalisti (1500 professionisti e 9000 pubblicisti) sono senza tutela sindacale nelle loro vertenze in una regione dove la situazione occupazionale è drammatica: licenziamenti, cassa integrazione, contratti di solidarietà, cooperative alle prese con tagli dei contributi statali.
Il Sindacato dei giornalisti della Campania, nato prima dello scioglimento dell’Assostampa napoletana per debiti, e in alternativa al vecchio sindacato, ha raccolto moltissimei adesioni di colleghi professionisti ma soprattutto di giovani che hanno voglia di chiudere con il passato. E finalmente il 4 luglio dell’anno scorso è stata presentata formale richiesta di adesione alla Federazione della stampa.
Da quel giorno, però, nulla è cambiato. A niente sono valsi incontri con la presidenza e la commissione incaricata di sciogliere il nodo Campania che qui ringrazio ufficialmente per essersi spese in favore di un’adesione del nostro Sindacato.
Il Consiglio nazionale, in presenza di due sigle sindacali (la nostra e un’altra formata soprattutto di pubblicisti pronta a convergere in essa) ha deciso di non decidere e così, solo grazie alla dedizione dei responsabili del nostro sindacato, sono state risolte positivamente spinose vertenze di licenziamenti su delega della stessa Federazione che, di fatto, ha riconosciuto il Sindacato dei giornalisti della Campania.
Non si capisce, allora, perché la Campania non sia presente oggi al Congresso con la sua delegazione ufficiale.
Ma ora, qui, davanti al massimo organo della Federazione, dico basta.
E chiedo ufficialmente a voi colleghi in congresso di approvare un documento che impegni – anzi vincoli – il nuovo Consiglio nazionale a esprimersi sul caso Campania nella prima riunione utile.
E per passare dalle belle parole ai fatti, vi invito a dare un segnale concreto già qui, in fase di formazione del nuovo Consiglio nazionale.
Vedete, venire qui a parlare, su invito della giunta, non è stato facile: ho ricevuto fortissime pressioni da colleghi che vogliono uscire dalla Federazioneper formare un sindacato con altre sigle nazionali come la Cgil e la Uil o addirittura mettere in mora presso i tribunali i risultati stessi di questo congresso perché offesi e umiliati dalla spartizione dei delegati spettanti alla Campania.
Ma io e il mio direttivo abbiamo scommesso sulla bontà della nostra scelta.
E questa sfida ora la trasmetto a voi: dovete decidere, qui nel congresso sovrano, se a Chianciano deve essere ricomposta la frattura tra Campania e federazione o se da ora in poi la n di nazionale dovrà essere cancella da quella sigla.
Grazie e buon lavoro.