Giornalisti minacciati 10 ottobre 2021
«La decisione di assegnare il Premio Nobel per la pace 2021 ai giornalisti Maria Ressa e Dmitry Muratov è un riconoscimento importante al giornalismo di inchiesta che svolge un ruolo insostituibile nell’illuminare le periferie del mondo e non a caso è sempre più nel mirino di regimi e criminali». Così la Federazione nazionale della Stampa italiana nel commentare la notizia dell’assegnazione del Premio.
«L’auspicio – prosegue il sindacato dei giornalisti – è che questo riconoscimento sia uno sprone per le istituzioni nazionali e internazionali ad adottare i provvedimenti a tutela del diritto di cronaca più volte annunciati a mai approvati».
Maria Ressa e Dmitry Muratov vengono premiati per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, «precondizione cruciale per la democrazia e una pace duratura», per «la democrazia e la protezione contro guerre e conflitti». Si tratta di «un diritto fondamentale da tutelare e da difendere» perché «senza la libertà di espressione e la libertà di stampa sarà difficile promuovere con successo la fraternità tra le nazioni, il disarmo e un ordine mondiale migliore», si legge nelle motivazioni del Comitato per il Nobel, che riconosce la «coraggiosa lotta per la libertà di espressione nelle Filippine e in Russia» dei due giornalisti.
Insieme con loro sono stati ricordati «tutti i giornalisti che difendono questo ideale in un mondo in cui la democrazia e la libertà di stampa affrontano condizioni sempre più avverse».
In particolare, «Maria Ressa usa la libertà di espressione per denunciare abusi di potere, l’uso della violenza e il crescente autoritarismo nel suo paese natale, le Filippine». In Russia, invece, Dmitry Andreyevich Muratov ha difeso per decenni la libertà di parola in condizioni sempre più difficili. Il Comitato per il Nobel riconosce la Novaja Gazeta, da lui fondata e nel quale è caporedattore da 24 anni, come «il giornale più indipendente in Russia, con un atteggiamento fondamentalmente critico nei confronti del potere». Novaja Gazeta per la quale lavorava anche Anna Politkovskaja, cui il Comitato norvegese ha tributato un ricordo.
«Il giornalismo libero, indipendente e basato sui fatti serve a proteggere dall’abuso di potere, dalle bugie e dalla propaganda di guerra», rileva il Comitato per il Nobel, convinto che «la libertà di espressione e la libertà di informazione aiutino a garantire un pubblico informato».