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Vertenze 6 aprile 2023

Notizie nascoste dalla Questura, cronisti e sindacato di polizia con il SUGC

Dopo il comunicato con del SUGC sulle notizie “nascoste” dalla Questura i colleghi cronisti hanno scritto una lettera al questore di Napoli e il sindacato di polizia USIP ha espresso la solidarietà al Sindacato dei giornalisti.

LA LETTERA DEI CRONISTI

Illustre questore Giuliano,
chi le scrive ha qualche decennio di esperienza alle spalle per potersi rivolgere a lei con una lettera aperta.
Di fronte all’incredibile cortocircuito che nella serata di lunedì ha portato l’ufficio stampa della Questura a non divulgare la notizia di un omicidio avvenuto a Ponticelli il Sindacato unitario dei giornalisti della Campania ha stilato una nota che chiama direttamente in causa il rapporto tra fonti e organi di informazione. L’episodio non è inedito: già alla fine di gennaio si era verificato lo stesso blackout, e anche in quel caso un delitto commesso in strada alle Case Nuove in un orario compatibile con il dovere di renderlo noto alla stampa era stato disatteso.
Chi le scrive vuole escludere il dolo – che sicuramente non c’è – alla base di queste “dimenticanze” che non sono certo di poco conto. E proprio per questo motivo ci sentiamo di sollevare – noi cronisti che seguiamo la nera e la giudiziaria da qualche decennio, e che ricordiamo quanta e quale fattiva collaborazione vi sia stata negli anni con la Questura di Napoli, con i suoi dirigenti e funzionari – l’obiezione che se i più elementari meccanismi che sovrintendono ad un sano rapporto con il mondo dell’informazione sono saltati è forse per la grave disorganizzazione del suo ufficio stampa. Perché delle due l’una: se non c’è il dolo, c’è la colpa.
Probabilmente c’è un malinteso di fondo: qualcuno, in Questura, sottovaluta il ruolo delicato e fondamentale nella diffusione delle notizie. Un atteggiamento che colpisce il dovere di informare che hanno i giornalisti, e  e che manca di rispetto al diritto ad essere informati dei cittadini. Sorprende che lei lasci correre questa situazione di grave disagio, che peraltro sovraespone l’intero Corpo della Polizia di Stato ad un giudizio negativo e all’idea che si vogliano nascondere le notizie.
Sappia dimostrarci che così non è, ma con i fatti e non con le promesse che più volte e in diverse sedi ci siamo sentiti ripetere. Riorganizzi l’ufficio, dia direttive chiare, e soprattutto capaci di garantire una costante, tempestiva e corretta comunicazione delle notizie. Continuare sulla china degli ultimi episodi citati non aiuta e non giova a nessuno.
Cordiali saluti,
Giuseppe Crimaldi
Dario Del Porto
Leandro Del Gaudio
Nando Piantadosi
Titti Beneduce
Gennaro Scala
Irene De Arcangelis
Fulvio Bufi

IL COMUNICATO DEL SINDACATO DI POLIZIA USIP-NAPOLI

Polizia. L’U.S.I.P. Napoli (Sindacato di riferimento U.I.L. Confederale) SOLIDARIETÀ AI GIORNALISTI E PIENA CONDIVISIONE DELLA DENUNCIA DEL SINDACATO  SUGC

Esprimo la mia solidarietà, vicinanza nonché la condivisione delle motivazioni indicate nel comunicato stampa del Sindacato Unitario dei Giornalisti Campania SUGC. – dichiara il Segretario Generale USIP di Napoli –

Sono anni che si denuncia malagestione della Questura di Napoli e prontamente emergono conferme anche in altri settori come in questo caso, la compressione dei diritti dei cittadini ad essere informati su alcune importanti questioni, violando addirittura la Costituzione della Repubblica non può passare inosservata. – prosegue il numero 1 del sindacato napoletano Roberto MASSIMO –  nulla possono fare gli operatori addetti all’ufficio stampa della Questura di Napoli, ai quali va un plauso, se ai vertici emanano disposizioni restrittive nel far uscire le notizie, impedendo di fatto l’informazione alla collettività. Un appello doveroso al  Capo della Polizia Lamberto GIANNINI, affinché verifichi quanto denunciato dal sindacato dei giornalisti e se riscontrabile, rifletta sull’opportunità di un cambio al Vertice della Questura partenopea – conclude il Sindacalista- Lo meritano i cittadini, ma ancora di più i giornalisti che sacrificano, molto spesso, la loro vita e la storia lo testimonia, per difendere la libertà d’informazione  collettiva.

 

di Vanna Pastore

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