Vita associativa 4 novembre 2020
Vitaly Markiv, 31 anni, soldato italo-ucraino della Guardia nazionale, accusato dell’omicidio del fotoreporter pavese Andy Rocchelli, ucciso il 24 maggio 2014 mentre stava documentando quanto accadeva a Donbass, in Ucraina, è stato assolto «per non aver commesso il fatto» dai giudici della prima corte d’Assise d’appello, di Milano, presieduta da Giovanna Ichino. In primo grado era stato condannato a 24 anni di carcere. La corte ha pronunciato il verdetto dopo quasi sei ore di camera di consiglio accogliendo la richiesta della difesa. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni. Markiv, detenuto a Opera, può ora tornare in libertà.
«Dal momento che l’unico imputato è stato assolto è facile dedurre che gli assassini di Andrea Rocchelli siano ancora in libertà. Dunque il nostro impegno a continuare a essere parte civile al fianco della famiglia Rocchelli non solo non cessa, ma raddoppierà fino a quando non saranno fatte verità e giustizia», rilevano la Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Associazione Lombarda dei Giornalisti, che si erano costituite parte civile al processo.
«Per quanto ci riguarda – aggiunge il sindacato – la richiesta di verità e giustizia per Andy Rocchelli e Andrej Mironov, come per ogni altro cronista finito nel mirino, non sarà mai archiviata né nei tribunali né nelle coscienze. Ci auguriamo che dopo questa sentenza cessino le ingiurie arrivate dall’Ucraina e non solo contro Andy e la sua famiglia».
Fnsi e Alg rivolgono, infine, «un ringraziamento agli avvocati dello studio Pisapia che hanno assistito il sindacato in questo processo e ai quali chiederemo di essere ancora con noi in qualunque iniziativa sarà decisa dalla famiglia Rocchelli».