Giornalisti minacciati 21 maggio 2019
Oltre 540, più di un terzo del totale, gli emendamenti al decreto Crescita che non hanno passato il vaglio dell’ammissibilità in Commissione. Tra questi, sono state ritenute inammissibili tutte le proposte di proroga della convenzione tra il ministero dello Sviluppo economico e il Centro di produzione Spa per Radio Radicale, a partire dall’emendamento della Lega a firma Capitanio.
«Dopo l’ondata di solidarietà, espressa anche da parlamentari della maggioranza, contro l’oscuramento di Radio Radicale e i tagli ai fondi per l’editoria, puntualmente è arrivata la bocciatura di ogni emendamento», è il commento di Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana.
«Ci auguriamo che, entro questa sera, la decisione sia modificata e siano accolte le osservazioni formulate da diversi gruppi parlamentari. Altrimenti non resterà che la via della lotta contro questo vero e proprio colpo di mano contro l’articolo 21 della Costituzione», rilevano i vertici della Fnsi.
«Abbiamo chiesto per quattro volte un incontro urgente a Luigi Di Maio come ministro dello Sviluppo economico ma anche del Lavoro, dal momento che con la chiusura di Radio Radicale oltre 100 persone rischiano di perdere il lavoro. Di Maio ci ha ignorati letteralmente, neanche una risposta», afferma Lorena D’Urso, componente del Cdr di Radio Radicale. Se lo stop alla convenzione dovesse essere confermato, «non chiudiamo oggi o domani, ma resisteremmo massimo un paio di mesi. Gli stipendi di maggio sono garantiti, ma quelli di giugno no», aggiunge.
«Quella di stamattina è una notizia negativa, ma aspettiamo di sapere la parola definitiva, quella dei presidenti delle commissioni Bilancio, Borghi (Lega), e Finanze Ruocco (M5s). Poi valuteremo come muoverci. Gli emendamenti erano stati presentati da tutte le opposizioni, ma c’era anche quello dalla Lega. Le parole di Di Maio che avevano parlato della possibilità di trovare una soluzione e l’apertura di Salvini ci avevano fatto ben sperare. Ora bisognerà capire se hanno dichiarato l’inammissibilità per un problema tecnico, perché non omogeneo al dl Crescita, o se c’è un motivo più politico. Di certo, la notizia è negativa. Vediamo se si può rimediare», conclude D’Urso.
«Ho emesso fattura verso il ministero competente, e allo stato attuale è l’ultima, riferita al periodo novembre 2018-maggio 2019. Soldi comunque che già ci erano stati anticipati dalle banche. Ora garantiremo un minimo di energia elettrica per gli impianti, fino a quando possibile», annuncia l’amministratore delegato di Radio Radicale, Paolo Chiarelli, durante la conferenza stampa convocata alla Camera dopo il no delle commissioni Bilancio e Finanze di Montecitorio all’ammissibilità degli emendamenti in favore della proroga della convenzione.
Con lui anche il direttore dell’emittente, Alessio Falconio, Maurizio Turco e, in collegamento audiovideo, il deputato dem Roberto Giachetti, che sta attuando lo sciopero della sete a sostegno di Radio Radicale. «In radio – aggiunge Chiarelli – tutti evidenziano la volontà di andare avanti finché possibile. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno dimostrato affetto e riconoscimento per quanto fatto in questi 40 anni».