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Rai 27 giugno 2024

Rai, Usigrai: «Dal silenziatore a Bortone al silenzio sulla destra giovanile che inneggia a nazismo e antisemitismo»

Dal «silenziatore» a Serena Bortone al «silenzio sulla destra giovanile che inneggia al nazismo e all’antisemitismo. Ecco cosa produce il controllo della politica sulla Rai». Lo afferma l’esecutivo Usigrai che, in una nota diffusa giovedì 27 giugno 2024, spiega: «Ad una giornalista caporedattrice che si è sempre occupata di temi sociali si vieta di parlare di questi argomenti. Cosi dopo aver evocato pubblicamente il licenziamento, l’amministratore delegato della Rai chiude il programma di Serena Bortone. Ma non solo, per evitare ‘rischi’ i vertici delimitano i temi  di cui può parlare affidandole un programma di arte, anche attraverso l’assegnazione alla Direzione di inquadramento».

Per il sindacato dei giornalisti Rai, «questo si chiama bavaglio, esattamente come quello che viene in queste settimane adottato in larga parte dell’informazione Rai, relativamente all’inchiesta sui giovani della destra di Fratelli d’Italia. Scelta incomprensibile per il servizio pubblico. L’inchiesta di Fanpage ha illuminato un mondo che nell’oscurità incita al fascismo e al nazismo e la Rai doveva provare ad accendere altre luci su un fenomeno che oggi sui giornali trova altre conferme anche rispetto ad un antisemitismo i cui legami sono ancora da indagare oltre che pubblicamente da condannare».

Sulla copertura data all’inchiesta di Fanpage e altre notizie su RaiNews.it interviene anche il Cdr. «RaiNews.it è, per missione, il portale unico di informazione della Rai. Ma sempre più spesso i lettori del nostro sito non trovano tutte le informazioni. Come Cdr siamo stati costretti a constatare, anche a seguito di numerose segnalazioni, che molte notizie di primaria importanza sfuggono al radar del portale, sebbene sia difficile ignorarle dato che inondano le agenzie e si trovano in apertura di tutti gli altri siti», rilevano i rappresentanti sindacali.

«C’è un macroscopico problema di oggettività e professionalità – proseguono – nella selezione delle notizie, una forma di censura che non gioverebbe neppure a una linea editoriale politicamente determinata. Perché quando le notizie non vengono trattate si perde semplicemente la credibilità agli occhi del pubblico. Basta leggere i commenti negativi che riceviamo quotidianamente sui social».

E ancora «permangono – concludono i rappresentanti sindacali – problemi anche nell’organizzazione del lavoro, sia per RaiNews.it, sia per Televideo. E il piano estivo, bocciato in due occasioni dall’assemblea, si sta dimostrando una mera dichiarazioni d’intenti. Il direttore ha comunicato al Cdr che a breve dovrebbero arrivare al canale tre colleghi. Nessun nuovo ingresso invece al sito e a Televideo».

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