Vita associativa 9 novembre 2021
Protestano i giornalisti “precari storici” di Repubblica. Nell’accordo sui prepensionamenti di fine settembre erano previste 27 assunzioni, una ogni due prepensionamenti, utilizzando “prevalentemente” l’elenco dei precari del quotidiano. Questo non sta avvenendo, come denunciano per primi i rappresentanti sindacali delle redazioni locali. «Chiediamo con forza – scrivono i fiduciari – il rispetto dell’accordo che prevede di attingere prevalentemente dal bacino dei precari storici di Repubblica per le nuove assunzioni legate ai prepensionamenti. E chiediamo (come etica e logica imporrebbero) che non vengano considerati precari giornalisti over 35 provenienti da altre testate e contrattualizzati con Repubblica in data successiva alla stipula di questo accordo sindacale. Chiediamo al Cdr di verificare il rispetto di queste regole basilari. Chiediamo infine di individuare un percorso per i job act storici che hanno diritto di sapere se rientreranno nella lista delle 27 assunzioni».
Un allarme condiviso dal Coordinamento dei precari di Repubblica, che rappresenta circa 90 giornalisti. Il Coordinamento si dichiara «pronto a fare di tutto per impedire che si scavalchino i precari storici assumendo giornalisti esterni a Repubblica. Non resteremo né fermi, né in silenzio: tuteleremo i nostri diritti acquisiti nelle sedi competenti e per questo chiediamo il sostegno del sindacato. Ci uniamo ai fiduciari nella richiesta che il Cdr vigili sul rispetto dell’accordo, che prevede di attingere prevalentemente dal bacino dei precari storici di Repubblica per le nuove assunzioni legate ai prepensionamenti. Non è infatti possibile che si cerchino strade alternative a quanto previsto dall’accordo. È inoltre inammissibile che a poco più di un mese dalla scadenza dei contratti cococo strutturati, cosiddetti jobs act, nessuno sappia ancora se e quanti di questi contratti saranno rinnovati e quanti fra questi rientreranno nella lista delle 27 assunzioni previste dall’accordo sindacale».
Il Coordinamento ricorda inoltre di aver più volte chiesto un incontro all’azienda per conoscere il futuro dei giornalisti precari e di non aver mai avuto risposta. «Non basta l’ottima notizia dell’assunzione di pochi – incalzano i precari – per intuire quale sarà il futuro dei circa novanta fra colleghe e colleghi che non sanno nulla del loro destino. È giunto il momento che l’azienda e la direzione si assumano le proprie responsabilità e chiariscano le loro reali intenzioni».