Vita associativa 20 gennaio 2021
di Luciano Ceschia*
Vorrei unirmi all’appello che l’Associazione regionale della Stampa, con il suo presidente Carlo Muscatello, ha rivolto a tutti i colleghi di confermare l’iscrizione al sindacato unitario dei giornalisti; appello destinato anche a coloro che finora, per le ragioni più disparate, talvolta per semplice dimenticanza, hanno fatto mancare al sindacato la loro adesione.
Lo faccio con il realismo che affonda le sue radici in più di 60 anni di esperienza professionale e sindacale e sulla base di valutazioni disincantate sullo stato dell’informazione. Non c’è un briciolo di retorica, ma la consapevolezza che il nostro mondo sta vivendo una stagione drammatica con sullo sfondo il tracollo di tutto il sistema.
Il nostro sindacato è nato più di un secolo fa per tutelare il lavoro giornalistico attraverso il contratto e il confronto con la controparte imprenditoriale. È una funzione che ci accomuna ai sindacati di tutti gli altri lavoratori. Ma c’è un’altra condizione che ci differenzia da tutte le altre organizzazioni dei lavoratori rendendo ancora più delicato il nostro ruolo: la Federazione nazionale della Stampa è l’unico sindacato dei giornalisti italiani, articolato nelle associazioni regionali.
È un bene prezioso che abbiamo sempre difeso, anche nei momenti più difficili. Ne era ben consapevole il fascismo che tra i primi interventi liberticidi decise l’eliminazione della Federazione nazionale della stampa italiana, rinata nel secondo dopoguerra. Negli anni, nei decenni, è cresciuta tra di noi, nelle istituzioni e nel mondo politico la consapevolezza che al sindacato dei giornalisti è affidata non solo la tutela economico-contrattuale ma anche la difesa delle condizioni giuridiche e politiche che garantiscono un’informazione libera.
Il sindacato dei giornalisti è chiamato a presidiare il delicato intreccio tra lavoro professionale e difesa del pluralismo. Le condizioni economiche, contrattuali, giuridiche e professionali dei giornalisti hanno un’incidenza, positiva o negativa, sulla qualità, la completezza e il livello dell’informazione garantita ai cittadini. La vigilanza della Federazione della Stampa sulle leggi, sui provvedimenti anche economici per il settore, sui comportamenti che organi talvolta anche dello Stato assumono in questa materia, è quindi una garanzia di libertà e di tutela del pluralismo.
Mi pare superfluo ricordare a chi vive nel mondo dell’informazione i tanti casi, anche recenti, di violazione delle regole, di tentativi di distribuire museruole, di manifestazioni di fastidio per la domanda di pluralismo, di intolleranze striscianti, di freni a un’informazione libera e rigorosa. La Federazione della stampa è stata sempre un interlocutore efficace e credibile, anche duro. Ma ha bisogno della solidarietà e del sostegno convinti di tutti i giornalisti anche attraverso l’iscrizione alle associazioni della stampa.
*Luciano Ceschia, presidente onorario Assostampa Fvg, è stato segretario della Fnsi dal 1970 al 1981.