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Vita associativa 18 ottobre 2019

Il sottosegretario Martella: «E’ tempo di una legge per un’editoria ‘5.0’». Presto incontro a Napoli

Il sottosegretario Martella a Venezia: «È tempo di una legge per un’editoria ‘5.0’» Anticipate durante un incontro con i giornalisti nella sede del sindacato regionale alcune misure allo studio per affrontare le principali criticità del settore, fra cui la necessità di stabilizzare e consolidare il sostegno al pluralismo, rilanciare il sistema delle agenzie di stampa, i temi dell’equo compenso, delle querele temerarie, dell’adozione della direttiva sul copyright.

«Nella legge di bilancio ci sarà adeguata attenzione al tema dei finanziamenti pubblici all’informazione, non tagli, ma interventi per garantire stabilità e continuità al sostegno di un settore cruciale per il Paese, in vista di una nuova legge di riforma per l’editoria 5.0». Andrea Martella si riconosce nello spirito dell’articolo 21 della Costituzione, richiamato con costanza dal presidente Sergio Mattarella, e lo ribadisce davanti alla platea riunita nella sede del Sindacato dei giornalisti del Veneto nel primo incontro ufficiale a Venezia in veste di sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria.

All’incontro, coordinato dalla segretaria del sindacato regionale Monica Andolfatto, era presente anche il presidente Fnsi Giuseppe Giulietti oltre a delegazioni provenienti da Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, e ai consiglieri nazionali e regionali veneti dell’Ordine e della Fnsi. Presente anche la consigliera del direttivo del Sindacato unitario dei giornalisti della Campania delegata al pluralismo dell’informazione, Roberta De Maddi, che ha portato all’attenzione del sottosegretario Martella la delicata questione dei fondi per l’editoria senza i quali chiuderebbero ben sei testate in Campania, e quella dei giornalisti minacciati. “Fondi per l’editoria e giornalisti minacciati sono legati fra loro, sono tematiche che vanno affrontate con la massima urgenza. Molti dei cronisti minacciati lavorano per testate che illuminano il malaffare nelle province. Se le testate che lavorano sui territori chiudono, che ne sarà delle inchieste? Bisogna aumentare le tutele, approvare la legge sulle querele bavaglio, non fare in modo che i giornali chiudano”, dichiara De Maddi.
«Il 29 ottobre – riprende Martella – renderò in parlamento le dichiarazioni programmatiche per il mio dipartimento, ma è chiaro che il governo deve impegnarsi per dare concretezza con i dovuti sostegni a libertà di espressione e pluralismo».

Tra i presidi fondamentali dell’autonomia della professione, l’autonomia previdenziale assicurata dall’Inpgi. «Il commissariamento dell’istituto non è una ipotesi sul tavolo – premette il sottosegretario – semmai lo è la possibilità di anticipare l’ingresso dei comunicatori, oggi previsto per il 2023».

Prioritario anche il contrasto di precarietà e basse retribuzioni che riguardano l’ampia platea dei collaboratori, spesso fuori dal lavoro dipendente non per scelta. «Va riconosciuto il giusto compenso e la Commissione ministeriale sarà ricostituita – assicura ancora Martella – così come vanno agevolate le stabilizzazioni dei lavoratori, incentivandone l’assunzione». Suscita, invece, perplessità la proposta più volte reiterata dalla Fieg di ricorrere a nuovi prepensionamenti e realizzarli senza il preventivo allargamento della base contributiva Inpgi.

Il sottosegretario ha, inoltre, annunciato che presto sarà a Milano e Napoli, raccogliendo le sollecitazioni dei rappresentanti sindacali presenti a un incontro per affrontare rispettivamente i nodi delle piccole aziende editoriali in crisi per il taglio dei contributi e dei cronisti minacciati che, nella sola Campania, vede quattro giornalisti sotto scorta.

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